Page 158 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Sono in queste storie, oltre al ritratto di messer Farinata degl'Uberti, molte
belle figure, e massimamente certi villani, i quali nel portare le dolorose
nuove a Iobbe, non potrebbono essere più sensati, né meglio mostrare il
dolore che avevano per i perduti bestiami e per l'altre disaventure, di

quello che fanno. Parimente ha grazia stupenda la figura d'un servo, che
con una rosta sta intorno a Iobbe piagato e quasi abbandonato da ognuno;
e come che ben fatto sia in tutte le parti, è maraviglioso nell'attitudine che
fa, cacciando con una delle mani le mosche al lebroso padrone e

puzzolente, e con l'altra tutto schifo turandosi il naso per non sentire il
puzzo.

Sono similmente l'altre figure di queste storie e le teste, così de' maschi
come delle femmine, molto belle, et i panni in modo lavorati
morbidamente, che non è maraviglia se quell'opera gl'acquistò in quella
città e fuori tanta fama, che papa Benedetto IX da Trevisi mandasse in

Toscana un suo cortigiano, a vedere che uomo fusse Giotto e quali fussero
l'opere sue, avendo disegnato far in S. Piero alcune pitture. Il quale
cortigiano venendo per veder Giotto, e intendere che altri maestri fussero
in Firenze eccellenti nella pittura e nel musaico, parlò in Siena a molti

maestri. Poi avuti disegni da loro, venne a Firenze, e andato una mattina in
bottega di Giotto che lavorava, gli espose la mente del Papa e in che modo
si voleva valere dell'opera sua, et in ultimo gli chiese un poco di disegno
per mandarlo a Sua Santità. Giotto, che garbatissimo era, prese un foglio,

et in quello con un pennello tinto di rosso, fermato il braccio al fianco per
farne compasso e girato la mano, fece un tondo sì pari di sesto e di profilo,
che fu a vederlo una maraviglia. Ciò fatto, ghignando, disse al cortigiano:
"Eccovi il disegno". Colui come beffato disse: "Ho io avere altro disegno

che questo?". "Assai e pur troppo è questo", rispose Giotto, "mandatelo
insieme con gli altri, e vedrete se sarà conosciuto." Il mandato, vedendo
non potere altro avere, si partì da lui assai male sodisfatto, dubitando non
essere ucellato. Tuttavia mandando al Papa gli altri disegni e i nomi di chi

li aveva fatti, mandò anco quel di Giotto, raccontando il modo che aveva
tenuto nel fare il suo tondo senza muovere il braccio e senza seste. Onde il
Papa e molti cortigiani intendenti conobbero per ciò quanto Giotto
avanzasse d'eccellenza tutti gli altri pittori del suo tempo. Divolgatasi poi

questa cosa, ne nacque il proverbio che ancora è in uso dirsi agli uomini di
grossa pasta: "Tu sei più tondo che l'O di Giotto": il qual proverbio non solo
per lo caso donde nacque si può dir bello, ma molto più per lo suo
significato, che consiste nell'ambiguo, pigliandosi "tondo" in Toscana, oltre

alla figura circolare perfetta, per tardità e grossezza d'ingegno.

Fecelo dunque il predetto Papa andare a Roma, dove onorando molto e
riconoscendo la virtù di lui, gli fece nella tribuna di S. Piero dipignere
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