Page 147 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Vicino pittor pisano, il quale benissimo lavorò di musaico alcune cose nella
tribuna maggiore del Duomo di Pisa, come ne dimostrano queste parole
che ancora in essa tribuna si veggiono: Tempore Domini Johannis Rossi
Operarii istius ecclesiae, Vicinus pictor incepit et perfecit hanc imaginem

Beatae Mariae; sed Majestatis, et Evangelistae, per alios inceptae, ipse
complevit et perfecit, Anno Domini 1321, de mense Septembris.
Benedictum sit nomen Domini Dei nostri Jesu Christi. Amen.

Il ritratto di Gaddo è di mano di Taddeo suo figliuolo nella chiesa
medesima di S. Croce nella capella de' Baroncelli in uno sposalizio di
Nostra Donna, e accanto gli è Andrea Tafi. E nel nostro libro detto di sopra,

è una carta di mano di Gaddo fatta a uso di minio come quella di Cimabue,
nella quale si vede quanto valesse nel disegno.

Ora perché in un libretto antico, dal quale ho tratto queste poche cose che
di Gaddo Gaddi si sono raccontate, si ragiona anco della edificazione di S.
Maria Novella, chiesa in Firenze de' frati Predicatori, e veramente magnifica

e onoratissima, non passerò con silenzio da chi e quando fusse edificata.
Dico dunque, che essendo il beato Domenico in Bologna, et essendogli
conceduto il luogo di Ripoli fuor di Firenze, egli vi mandò sotto la cura del
beato Giovanni da Salerno dodici frati: i quali non molti anni dopo vennero
in Fiorenza nella chiesa e luogo di S. Pancrazio, e lì stavano, quando

venuto esso Domenico in Fiorenza, n'uscirono e, come piacque a lui,
andarono a stare nella chiesa di S. Paolo. Poi essendo conceduto al detto
beato Giovanni il luogo di S. Maria Novella con tutti i suoi beni dal legato

del Papa e dal vescovo della città, furono messi in possesso e cominciarono
ad abitare il detto luogo il dì ultimo d'ottobre 1221. E perché la detta
chiesa era assai piccola, e risguardando verso occidente aveva l'entrata
dalla piazza vecchia, cominciarono i frati, essendo già cresciuti in buon
numero e avendo gran credito nella città, a pensare d'accrescer la detta

chiesa e convento. Onde, avendo messo insieme grandissima somma di
danari, e avendo molti nella città che promettevano ogni aiuto,
cominciarono la fabbrica della nuova chiesa il dì di S. Luca nel 1278,

mettendo solennissimamente la prima pietra de' fondamenti il cardinale
Latino degli Orsini legato di papa Nicola III appresso i Fiorentini. Furono
architettori di detta chiesa fra' Giovanni fiorentino e fra' Ristoro da Campi
conversi del medesimo ordine, i quali rifeciono il ponte alla Carraia e quello
di S. Trinita, rovinati pel diluvio del 1264 il primo dì d'ottobre. La maggior

parte del sito di detta chiesa e convento fu donato ai frati dagli eredi di
messer Jacopo cavaliere de' Tornaquinci. La spesa, come si è detto, fu
fatta parte di limosine, parte de' danari di diverse persone che aiutarono

gagliardamente, e particolarmente con l'aiuto di frat'Aldobrandino
Cavalcanti, il quale fu poi vescovo d'Arezzo, et è sepolto sopra la porta
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