Page 145 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI GADDO GADDI PITTORE FIORENTINO



Dimostrò Gaddo pittore fiorentino in questo medesimo tempo più disegno
nell'opere sue lavorate alla greca e con grandissima diligenza condotte,
che non fece Andrea Tafi e gl'altri pittori che furono inanzi a lui; e nacque

forse questo dall'amicizia e dalla pratica che dimesticamente tenne con
Cimabue; perché, o per la conformità de' sangui o per la bontà degl'animi,
ritrovandosi tra loro congiunti d'una stretta benivolenza, nella frequente

conversazione che avevano insieme e nel discorrere bene spesso
amorevolmente sopra le difficultà dell'arti, nascevano ne' loro animi
concetti bellissimi e grandi. E ciò veniva loro tanto più agevolmente fatto,
quanto erano aiutati dalla sottigliezza dell'aria di Firenze, la quale produce
ordinariamente spiriti ingegnosi e sottili, levando loro continuamente

d'attorno quel poco di ruggine e grossezza, che il più delle volte la natura
non puote, con l'emulazione e coi precetti che d'ogni tempo porgono i
buoni artefici. E vedesi apertamente, che le cose conferite fra coloro che

nell'amicizia non sono di doppia scorza coperti, come che pochi così fatti se
ne ritrovino, si riducono a molta perfezzione. Et i medesimi nelle scienze
che imparano, conferendo, le difficultà di quelle, le purgano e le rendono
così chiare e facili, che grandissima lode se ne trae. Là dove per lo
contrario alcuni diabolicamente nella professione dell'amicizia praticando,

sotto spezie di verità e d'amorevolezza, e per invidia e malizia i concetti
loro defraudano; di maniera che l'arti non così tosto a quell'eccellenza
pervengono che farebbono se la carità abbracciasse gl'ingegni degli spiriti

gentili, come veramente strinse Gaddo e Cimabue, e similmente Andrea
Tafi e Gaddo, che in compagnia fu preso da Andrea a finire il musaico di S.
Giovanni. Dove esso Gaddo imparò tanto che poi fece da sé i Profeti che si
veggiono intorno a quel tempio nei quadri sotto le finestre; i quali avendo
egli lavorato da sé solo e con molto miglior maniera, gli arrecarono fama

grandissima. Laonde, cresciutogli l'animo e dispostosi a lavorare da sé
solo, attese continuamente a studiar la maniera greca accompagnata con
quella di Cimabue. Onde fra non molto tempo essendo venuto eccellente

nell'arte, gli fu dagli Operai di S. Maria del Fiore allogato il mezzo tondo
dentro la chiesa sopra la porta principale, dove egli lavorò di musaico
l'incoronazione di Nostra Donna: la qual opera finita, fu da tutti i maestri, e
forestieri e nostrali, giudicata la più bella che fusse stata veduta ancora in
tutta Italia di quel mestiero, conoscendosi in essa più disegno, più giudicio

e più diligenza, che in tutto il rimanente dell'opere che di musaico allora in
Italia si ritrovavano. Onde spartasi la fama di quest'opera, fu chiamato
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