Page 138 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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di naturale et in abito pontificale pose intorno sopra la cassa con due
Angeli, uno da ciascun lato, che tengono una cortina; e di sopra una Nostra
Donna con due Santi di rilievo che la mettono in mezzo, e molti altri
ornamenti intorno a quella sepoltura intagliati. Parimente nella chiesa

nuova de' detti frati Predicatori, fece il sepolcro di messer Niccolò Guidalotti
perugino e vescovo di Recanati, il quale fu institutore della Sapienza nuova
di Perugia; nella quale chiesa nuova, dico, che prima era stata fondata da
altri, condusse la navata del mezzo, che fu con molto migliore ordine

fondata da lui, che il rimanente della chiesa non era stato fatto, la quale da
un lato pende, e minaccia, per essere stata male fondata, rovina. E nel
vero, chi mette mano a fabricare et a far cose d'importanza, non da chi sa
poco, ma dai migliori dovrebbe sempre pigliar consiglio, per non avere,

dopo il fatto, con danno e vergogna a pentirsi d'essersi, dove più
bisognava, mal consigliato.

Voleva Giovanni, speditosi delle cose di Perugia, andare a Roma per
imparare da quelle poche cose antiche che vi si vedevano, sì come aveva
fatto il padre; ma, da giuste cagioni impedito, non ebbe effetto questo suo
disiderio, e massimamente sentendo la corte essere di poco ita in

Avignone. Tornato adunque a Pisa, Nello di Giovanni Falconi operaio gli
diede a fare il pergamo grande del Duomo, che è a man ritta andando
verso l'altar maggiore, appiccato al coro; al quel dato principio, et a molte
figure tonde alte braccia tre che a quello avevano a servire, a poco a poco

lo condusse a quella forma che oggi si vede, posato parte sopra le dette
figure, parte sopra alcune colonne sostenute da leoni, e nelle sponde fece
alcune storie della vita di Gesù Cristo. È un peccato veramente, che tanta
spesa, tanta diligenza e tanta fatica, non fusse accompagnata da buon

disegno e non avesse la sua perfezzione, né invenzione, né grazia, né
maniera che buona fusse, come averebbe a' tempi nostri ogni opera che
fusse fatta anco con molto minore spesa e fatica. Nondimeno dovette
recare agli uomini di que' tempi, avvezzi a vedere solamente cose

goffissime, non piccola maraviglia.

Fu finita quest'opera l'anno 1320, come appare in certi versi che sono
intorno al detto pergamo, che dicono così:


Laudo Deum verum, per quem sunt optima rerum,

qui dedit has puras hominem formare figuras;

hoc opus, his annis Domini sculpsere Johannis

arte manus sole quondam natique Nicole,

cursis undenis tercentum milleque plenis.
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