Page 1478 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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rallegravano seco, dicendo che si portava meglio nella facciata di verso la
Merceria, che non avea fatto in quella che è sopra il canal grande. Della
qual cosa sentiva tanto sdegno Giorgione, che infino che non ebbe finita
Tiziano l'opera del tutto e che non fu notissimo che esso Tiziano aveva
fatta quella parte, non si lasciò molto vedere, e da indi in poi non volle che
mai più Tiziano praticasse o fusse amico suo.
L'anno appresso 1508 mandò fuori Tiziano in istampa di legno il trionfo
della Fede, con una infinità di figure, i primi parenti, i Patriarchi, i Profeti, le
Sibille, gl'innocenti, i martiri, gl'Apostoli e Gesù Cristo in sul trionfo, portato
dai quattro Evangelisti e dai quattro dottori, con i Santi confessori dietro.
Nella quale opera mostrò Tiziano fierezza, bella maniera e sapere tirare via
di pratica; e mi ricordo, che fra' Bastiano del Piombo, ragionando di ciò, mi
disse che se Tiziano in quel tempo fusse stato a Roma et avesse veduto le
cose di Michelagnolo, quelle di Raffaello e le statue antiche, et avesse
studiato il disegno, arebbe fatto cose stupendissime, vedendosi la bella
pratica che aveva di colorire, e che meritava il vanto d'essere a' tempi
nostri il più bello e maggiore imitatore della natura nelle cose de' colori;
ché egli arebbe nel fondamento del gran disegno aggiunto all'Urbinate et al
Buonarruoto.
Dopo condottosi Tiziano a Vicenza, dipinse a fresco sotto la loggetta dove
si tiene ragione all'udienza publica, il giudizio di Salamone, che fu
bell'opera; appresso tornato a Vinezia dipinse la facciata de' Grimani, et in
Padoa nella chiesa di Santo Antonio alcune storie, pure a fresco, de' fatti di
quel Santo. Et in quella di Santo Spirito fece in una piccola tavoletta un San
Marco a sedere in mezzo a certi Santi, ne' cui volti sono alcuni ritratti di
naturale, fatti a olio con grandissima diligenza; la qual tavola molti hanno
creduto che sia di mano di Giorgione. Essendo poi rimasa imperfetta per la
morte di Giovan Bellino nella sala del Gran Consiglio una storia, dove
Federigo Barbarossa alla porta della chiesa di San Marco sta ginocchioni
innanzi a papa Alessandro Quarto, che gli mette il piè sopra la gola, la fornì
Tiziano, mutando molte cose e facendovi molti ritratti di naturale di suoi
amici et altri, onde meritò da quel senato avere nel Fondaco de' Tedeschi
un uffizio, che si chiama la Senseria, che rende trecendo scudi l'anno; il
quale ufficio hanno per consuetudine que' signori di dare al più eccellente
pittore della loro città; con questo che sia di tempo in tempo ubligato a
ritrarre, quando è creato, il principe loro o uno doge, per prezzo solo di otto
scudi, che gli paga esso principe; il quale ritratto poi si pone in luogo
publico per memoria di lui nel palazzo di San Marco.
Avendo l'anno 1514 il duca Alfonso di Ferrara fatto acconciare un camerino,
et in certi spartimenti fatto fare dal Dosso pittore ferrarese istorie di Enea,