Page 1483 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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fu opera maravigliosa, onde Messer Piero Aretino per questo lo celebrò con
un sonetto, che cominciava:


Se il chiaro Apelle con la man dell'arte

rasemplò d'Alessandro il volto e il petto...



Sono nella guardaroba del medesimo Duca di mano di Tiziano due teste di
femmina molto vaghe, et una Venere giovanetta a giacere con fiori e certi
panni sottili attorno molto belli e ben finiti, et oltre ciò una testa dal mezzo

in su d'una Santa Maria Maddalena con i capegli sparsi, che è cosa rara. Vi
è parimente il ritratto di Carlo Quinto, del re Francesco quando era
giovane, del duca Guidobaldo Secondo, di papa Sisto Quarto, di papa Giulio
Secondo, di Paulo Terzo, del cardinal vecchio di Loreno e di Solimano

imperatore de' Turchi, i quali ritratti dico sono di mano di Tiziano, e
bellissimi. Nella medesima guardaroba, oltre a molte altre cose è un
ritratto d'Aniballe cartaginese, intagliato nel cavo d'una corniuola antica, e
così una testa di marmo bellissima di mano di Donato.

Fece Tiziano l'anno 1541 ai frati di Santo Spirito di Vinezia la tavola
dell'altare maggiore, figurando in essa la venuta dello Spirito Santo sopra

gl'Apostoli, con uno Dio finto di fuoco e lo Spirito in colomba. La qual tavola
essendosi guasta indi a non molto tempo, dopo avere molto piatito con
que' frati, l'ebbe a rifare, ed è quella che è al presente sopra l'altare. In

Brescia fece nella chiesa di San Nazzaro la tavola dell'altare maggiore di
cinque quadri; in quello del mezzo è Gesù Cristo che risuscita, con alcuni
soldati attorno, e dagli lati San Nazzaro, San Bastiano, l'angelo Gabriello e
la Vergine annunziata. Nel Duomo di Verona, fece nella facciata da piè in
una tavola, un'Assunta di Nostra Donna in cielo e gl'Apostoli in terra, che è

tenuta in quella città delle cose moderne la migliore. L'anno 1541 fece il
ritratto di don Diego di Mendozza, allora ambasciadore di Carlo Quinto a
Vinezia, tutto intero et in piedi, che fu bellissima figura, e da questa

cominciò Tiziano quello che è poi venuto in uso, cioè fare alcuni ritratti
interi. Nel medesimo modo fece quello del cardinale di Trento allora
giovane, et a Francesco Marcolini ritrasse Messer Pietro Aretino, ma non fu
già questi sì bello come uno, pure di mano di Tiziano, che esso Aretino di
se stesso mandò a donare al duca Cosimo de' Medici, al quale mandò anco

la testa del signor Giovanni de' Medici, padre di detto signor Duca. La qual
testa fu ritratta da una forma, che fu improntata in sul viso di quel signore
quando morì in Mantoa, che era appresso l'Aretino. I quali ambidue ritratti

sono in guardaroba del detto signor Duca fra molte altre nobilissime
pitture.
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