Page 1481 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Marco e Santo Andrea col volto del detto doge, il qual quadro, che è cosa
maravigliosissima, è nella sala del collegio. E perché aveva, come s'è
detto, obligo di ciò fare, ha ritratto oltre i sopra detti gl'altri dogi, che sono
stati secondo i tempi: Pietro Lando, Francesco Donato, Marcantonio
Trevisano et il Veniero, ma dai due dogi e fratelli Pauli è stato finalmente
assoluto, come vecchissimo, da cotale obligo.
Essendo innanzi al Sacco di Roma andato a stare a Vinezia Pietro Aretino,
poeta celeberrimo de' tempi nostri, divenne amicissimo di Tiziano e del
Sansovino, il che fu di molto onore et utile a esso Tiziano, perciò che lo
fece conoscere tanto lontano quanto si distese la sua penna e
massimamente a prìncipi d'importanza, come si dirà a suo luogo. Intanto,
per tornare all'opere di Tiziano, egli fece la tavola all'altare di San Piero
martire, nella chiesa di San Giovanni e Polo, facendovi maggior del vivo il
detto Santo martire dentro a una boscaglia d'alberi grandissimi, cascato in
terra et assalito dalla fierezza d'un soldato, che l'ha in modo ferito nella
testa, che essendo semivivo se gli vede nel viso l'orrore della morte:
mentre in un altro frate, che va innanzi fuggendo, si scorge lo spavento e
timore della morte; in aria sono due Angeli nudi, che vengono da un lampo
di cielo, il quale dà lume al paese, che è bellissimo, et a tutta l'opera
insieme; la quale è la più compiuta, la più celebrata e la maggiore e
meglio intesa e condotta, che altra la quale in tutta la sua vita Tiziano
abbia fatto ancor mai. Quest'opera vedendo il Gritti, che a Tiziano fu
sempre amicissimo, come anco al Sansovino, gli fece allogare nella sala del
Gran Consiglio una storia grande della rotta di Chiaradadda, nella quale
fece una battaglia e furia di soldati, che combattono mentre una terribile
pioggia cade dal cielo; la quale opera, tolta tutta dal vivo, è tenuta la
migliore di quante storie sono in questa sala, e la più bella. Nel medesimo
palazzo a' piè d'una scala dipinse a fresco una Madonna.
Avendo non molto dopo fatto, a un gentiluomo da Ca' Contarini, in un
quadro un bellissimo Cristo che siede a tavola con Cleofas e Luca, parve al
gentiluomo che quella fusse opera degna di stare in publico, come è
veramente, per che fattone, come amorevolissimo della patria e del
publico, dono alla Signoria, fu tenuto molto tempo nelle stanze del doge,
ma oggi è in luogo publico e da potere essere veduta da ognuno nella
salotta d'oro, dinanzi alla sala del Consiglio de' Dieci sopra la porta. Fece
ancora quasi ne' medesimi tempi, per la scuola di Santa Maria della Carità,
la Nostra Donna che saglie i gradi del tempio, con teste d'ogni sorte ritratte
dal naturale; parimente nella scuola di San Fantino, in una tavoletta un
San Girolamo in penitenza, che era dagl'artefici molto lodata, ma fu
consumata dal fuoco, due anni sono, con tutta quella chiesa. Dicesi che
l'anno 1530, essendo Carlo Quinto imperatore in Bologna, fu dal cardinale