Page 1484 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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L'anno medesimo, essendo stato il Vasari in Vinezia tredici mesi a fare,
come s'è detto, un palco a Messer Giovanni Cornaro et alcune cose per la
Compagnia della Calza, il Sansovino, che guidava la fabrica di Santo
Spirito, gli aveva fatto fare disegni per tre quadri grandi a olio, che
andavano nel palco, acciò gli conducesse di pittura; ma essendosi poi
partito il Vasari, furono i detti tre quadri allogati a Tiziano, che gli condusse
bellissimi per avere atteso con molt'arte a fare scortare le figure al di sotto
in su. In uno è Abraam che sacrifica Isaac, nell'altro Davit che spicca il collo
a Golia, e nel terzo Abel ucciso da Cain suo fratello. Nel medesimo tempo
ritrasse Tiziano se stesso, per lasciare quella memoria di sé ai figliuoli. E
venuto l'anno 1546, chiamato dal cardinale Farnese andò a Roma, dove
trovò il Vasari che, tornato da Napoli, faceva la sala della Cancelleria al
detto Cardinale, per che essendo da quel signore stato raccomandato
Tiziano a esso Vasari, gli tenne amorevol compagnia in menarlo a vedere
le cose di Roma. E così riposato che si fu Tiziano alquanti giorni, gli furono
date stanze in Belvedere, acciò mettesse mano a fare di nuovo il ritratto di
papa Paulo intero, quello di Farnese e quello del duca Ottavio, i quali
condusse ottimamente e con molta sodisfazione di que' signori, a
persuasione de' quali fece, per donare al Papa, un Cristo dal mezzo in su,
in forma di Ecce Homo, la quale opera, o fusse che le cose di Michelagnolo,
di Raffaello, di Pulidoro e d'altri l'avessono fatto perdere, o qualche altra
cagione, non parve ai pittori, tuttoché fusse buon'opera, di quell'eccellenza
che molte altre sue e particolarmente i ritratti.
Andando un giorno Michelagnolo et il Vasari a vedere Tiziano in Belvedere,
videro in un quadro, che allora avea condotto, una femina ignuda figurata
per una Danae, che aveva in grembo Giove trasformato in pioggia d'oro e
molto, come si fa in presenza, gliene lodarono. Dopo partiti che furono da
lui, ragionandosi del fare di Tiziano, il Buonarruoto lo comendò assai,
dicendo che molto gli piaceva il colorito suo e la maniera, ma che era un
peccato che a Vinezia non s'imparasse da principio a disegnare bene e che
non avessono que' pittori miglior modo nello studio. "Conciò sia" diss'egli
"che se quest'uomo fusse punto aiutato dall'arte e dal disegno, come è
dalla natura, e massimamente nel contrafare il vivo, non si potrebbe far più
né meglio, avendo egli bellissimo spirito et una molto vaga e vivace
maniera." Et infatti così è vero, perciò che chi non ha disegnato assai e
studiato cose scelte, antiche o moderne, non può fare bene di pratica da
sé, né aiutare le cose che si ritranno dal vivo dando loro quella grazia e
perfezzione, che dà l'arte fuori dell'ordine della natura, la quale fa
ordinariamente alcune parti che non son belle.
Partito finalmente Tiziano di Roma, con molti doni avuti da que' signori e
particolarmente per Pomponio suo figliuolo un benefizio di buona rendita,