Page 1489 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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e si lasciano per brevità, ha in casa l'infrascritte abbozzate e cominciate: il
martirio di San Lorenzo, simile al sopra detto, il quale disegna mandare al
Re catolico; una gran tela, dentro la quale è Cristo in croce con i ladroni et
i crucifissori a basso, la quale fa per Messer Giovanni d'Anna, et un quadro,
che fu cominciato per il doge Grimani, padre del patriarca d'Aquileia. E per
la sala del palazzo grande di Brescia ha dato principio a tre quadri grandi,
che vanno negl'ornamenti del palco, come s'è detto ragionando di
Cristofano e d'un suo fratello, pittori bresciani. Cominciò anco molti anni
sono, per Alfonso Primo duca di Ferrara, un quadro d'una giovane ignuda,
che s'inchina a Minerva, con un'altra figura a canto, et un mare, dove nel
lontano è un Nettunno in mezzo sopra il suo carro, ma per la morte di quel
signore, per cui si faceva quest'opera a suo capriccio, non fu finita e si
rimase a Tiziano. Ha anco condotto a buon termine, ma non finito, un
quadro dove Cristo appare a Maria Madalena nell'orto in forma d'ortolano,
di figure quanto il naturale, e così un altro di simile grandezza, dove,
presente la Madonna e l'altre Marie, Cristo morto si ripone nel sepolcro, et
un quadro parimente d'una Nostra Donna, che è delle buone cose che
siano in quella casa; e come s'è detto un suo ritratto, che da lui fu finito
quattro anni sono, molto bello e naturale, e finalmente un San Paulo che
legge, mezza figura, che pare quello stesso ripieno di Spirito Santo. Queste
dico tutte opere ha condotto, con altre molte che si tacciono per non
fastidire, infino alla sua età di circa settantasei anni.
È stato Tiziano sanissimo e fortunato quant'alcun altro suo pari sia stato
ancor mai, e non ha mai avuto dai cieli se non favori e felicità. Nella sua
casa di Vinezia sono stati quanti principi, letterati e galantuomini sono al
suo tempo andati o stati a Vinezia, perché egli, oltre all'eccellenza
dell'arte, è stato gentilissimo, di bella creanza e dolcissimi costumi e
maniere. Ha avuto in Vinezia alcuni concorrenti, ma di non molto valore,
onde gl'ha superati agevolmente coll'eccellenza dell'arte e sapere
trattenersi e farsi grato ai gentiluomini; ha guadagnato assai perché le sue
opere gli sono state benissimo pagate, ma sarebbe stato ben fatto che in
questi suoi ultimi anni non avesse lavorato se non per passatempo, per
non scemarsi coll'opere manco buone la riputazione guadagnatasi negl'anni
migliori e quando la natura per la sua declinazione non tendeva
all'imperfetto.
Quando il Vasari scrittore della presente storia fu l'anno 1566 a Vinezia,
andò a visitare Tiziano come suo amicissimo e lo trovò, ancor che
vecchissimo fusse, con i pennelli in mano a dipignere, et ebbe molto
piacere di vedere l'opere sue e di ragionare con esso, il quale gli fece
conoscere Messer Gian Maria Verdezotti gentiluomo veniziano, giovane
pien di virtù, amico di Tiziano et assai ragionevole, disegnatore e dipintore,