Page 1480 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 1480
...Tizian, che onora
non men Cador che quei Venezia e Urbino.
Tornato poi Tiziano a Vinezia, fece per lo suocero di Giovanni da Castel
Bolognese, in una tela a olio un pastore ignudo et una forese che gli porge
certi flauti perché suoni, con un bellissimo paese; il qual quadro è oggi in
Faenza in casa il su detto Giovanni. Fece appresso nella chiesa de' frati
minori, chiamata la Ca' grande, all'altar maggiore in una tavola la Nostra
Donna che va in cielo et i dodici Apostoli a basso, che stanno a vederla
salire; ma quest'opera, per essere stata fatta in tela e forse mal custodita,
si vede poco. Nella medesima chiesa alla cappella di quelli da Ca' Pesari,
fece in una tavola la Madonna col Figliuolo in braccio, un San Piero et un
San Giorgio et attorno i padroni ginocchioni, ritratti di naturale, in fra i quali
è il vescovo di Baffo et il fratello, allora tornati dalla vittoria che ebbe detto
vescovo contra i Turchi. Alla chiesetta di San Niccolò nel medesimo
convento, fece in una tavola San Niccolò, San Francesco, Santa Caterina e
San Sebastiano ignudo, ritratto dal vivo e senza artificio niuno che si
veggia essere stato usato in ritrovare la bellezza delle gambe e del torso,
non vi essendo altro che quanto vide nel naturale, di maniera che tutto
pare stampato dal vivo, così è carnoso e proprio, ma con tutto ciò è tenuto
bello come è anco molto vaga una Nostra Donna col Putto in collo, la quale
guardano tutte le dette figure. L'opera della quale tavola fu dallo stesso
Tiziano disegnata in legno e poi da altri intagliata e stampata. Per la
chiesa di Santo Rocco fece dopo le dette opere, in un quadro, Cristo con la
croce in spalla e con una corda al collo tirata da un ebreo, la qual figura,
che hanno molti creduta sia di mano di Giorgione, è oggi la maggior
divozione di Vinezia, et ha avuto di limosine più scudi che non hanno in
tutta la loro vita guadagnato Tiziano e Giorgione.
Dopo essendo chiamato a Roma dal Bembo, che allora era secretario di
papa Leone X et il quale aveva già ritratto, acciò che vedesse Roma,
Raffaello da Urbino et altri, andò tanto menando Tiziano la cosa d'oggi in
domani, che morto Leone e Raffaello l'anno 1520, non v'andò altrimenti.
Fece per la chiesa di Santa Maria Maggiore in un quadro un San Giovanni
Batista nel deserto fra certi sassi, un Angelo che par vivo et un pezzetto di
paese lontano, con alcuni alberi sopra la riva d'un fiume molto graziosi.
Ritrasse di naturale il principe Grimani et il Loredano, che furono tenuti
mirabili, e non molto dopo il re Francesco, quando partì d'Italia per tornare
in Francia, e l'anno che fu creato doge Andrea Gritti fece Tiziano il suo
ritratto, che fu cosa rarissima, in un quadro dove è la Nostra Donna, San