Page 15 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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AGLI ARTEFICI DEL DISEGNO
GIORGIO VASARI
Eccellenti e carissimi Artefici miei. Egli è stata sempre tanta la
delettazione, con l'utile e con l'onore insieme, che io ho cavato ne
l'esercitarmi così come ho saputo in questa nobilissima arte, che non
solamente ho avuto un desiderio ardente d'esaltarla e celebrarla, et in tutti
i modi a me possibili onorarla, ma ancora sono stato affezzionatissimo a
tutti quelli che di lei hanno preso il medesimo piacere e l'han saputa, con
maggior felicità che forse non ho potuto io, esercitare; e di questo mio
buono animo, e pieno di sincerissima affezzione mi pare anche fino a qui
averne colto frutti corrispondenti, essendo stato da tutti voi amato et
onorato sempre, et essendosi con incredibile non so s'io dico
domestichezza o fratellanza conversato fra noi, avendo scambievolmente
io a voi le cose mie, e voi a me mostrate le vostre, giovando l'uno a l'altro,
ove l'occasioni si sono porte, e di consiglio e d'aiuto.
Onde, e per questa amorevolezza, e molto più per la eccellente virtù
vostra, e non meno ancora per questa mia inclinazione, per natura e per
elezzione potentissima, m'è parso sempre essere obbligatissimo a giovarvi
e servirvi, in tutti quei modi et in tutte quelle cose che io ho giudicato
potervi arrecare o diletto o commodo. A questo fine mandai fuora l'anno
1550 le vite de' nostri migliori e più famosi, mosso da una occasione in
altro luogo accennata, et ancora (per dire il vero) da un generoso sdegno
che tanta virtù fusse stata per tanto tempo et ancora restasse sepolta.
Questa mia fatica non pare che sia stata punto ingrata, anzi in tanto
accetta, che, oltre a quello che da molte parti me n'è venuto detto e
scritto, d'un grandissimo numero che allora se ne stampò non se ne trova
ai librai pure un volume. Onde, udendo io ogni giorno le richieste di molti
amici, e conoscendo non meno i taciti desiderii di molti altri, mi sono di
nuovo (ancor che nel mezzo d'importantissime imprese) rimesso alla
medesima fatica; con disegno non solo d'aggiugnere questi che, essendo
da quel tempo in qua passati a miglior vita, mi dànno occasione di scrivere
largamente la vita loro; ma di sopplire ancora quel che in quella prima
opera fussi mancato di perfezzione, avendo avuto spazio poi d'intendere
molte cose meglio, e rivederne molte altre, non solo con il favore di questi
illustrissimi miei signori, i quali servo, che sono il vero refugio e protezzione
di tutte le virtù: ma con la comodità ancora che m'hanno data di ricercar di
nuovo tutta l'Italia, e vedere et intendere molte cose, che prima non