Page 18 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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l'una delle arti dette, ma prima che io venga a' segreti di quelle, o alla
istoria delli artefici, mi par giusto toccare in parte una disputa nata e
nutrita tra molti senza proposito, del principato e nobiltà, non
dell'architettura, che questa hanno lasciata da parte, ma della scultura e
della pittura, essendo per l'una e l'altra parte addotte, se non tutte,
almeno molte ragioni degne di esser udite e per gl'artefici loro considerate.
Dico, dunque, che gli scultori, come dotati forse dalla natura e dall'esercizio
dell'arte di miglior complessione, di più sangue e di più forze, e per questo
più arditi e animosi de' pittori, cercando d'attribuir il più onorato grado
all'arte loro, arguiscono e provano la nobiltà della scultura primieramente
dall'antichità sua, per aver il grande Iddio fatto l'uomo, che fu la prima
scultura; dicono che la scultura abbraccia molte più arti come congeneri e
ne ha molte più sottoposte che la pittura: come il basso rilievo, il far di
terra, di cera, o di stucco, di legno, d'avorio, il gettare de' metalli, ogni
ceselamento, il lavorare d'incavo o di rilievo nelle pietre fini e negl'acciai,
et altre molte, le quali e di numero e di maestria avanzano quelle della
pittura. Et allegando ancora che quelle cose che si difendono più e meglio
dal tempo, e più si conservano all'uso degl'uomini, a benefizio e servizio de'
quali elle son fatte, sono senza dubbio più utili e più degne d'esser tenute
care et onorate che non sono l'altre, affermano la scultura esser tanto più
nobile della pittura, quanto ella è più atta a conservare e sé ed il nome di
chi è celebrato da lei ne' marmi e ne' bronzi, contro a tutte l'ingiurie del
tempo e dell'aria, che non è essa pittura; la quale di sua natura pure, non
che per gl'accidenti di fuora, perisce nelle più riposte e più sicure stanze
ch'abbino saputo dar loro gl'architettori. Vogliano eziandio che il minor
numero loro, non solo degl'artefici eccellenti ma degl'ordinari, rispetto
all'infinito numero de' pittori, arguisca la loro maggiore nobiltà; dicendo
che la scultura vuole una certa migliore disposizione e d'animo e di corpo,
che rado si truova congiunto insieme; dove la pittura si contenta d'ogni
debole complessione, pur ch'abbia la man sicura se non gagliarda; e che
questo intendimento loro si pruova similmente da' maggiori pregi citati
particolarmente da Plinio, dagl'amori causati dalla maravigliosa bellezza di
alcune statue e dal giudizio di colui che fece la statua della Scultura d'oro,
e quella della Pittura d'argento, e pose quella alla destra e questa alla
sinistra. Né lasciano ancora d'allegare le difficultà, prima, dell'aver la
materia subietta, come i marmi e i metalli, e la valuta loro rispetto alla
facilità dell'avere le tavole, le tele et i colori, a piccolissimi pregi et in ogni
luogo; di poi l'estreme e gravi fatiche del maneggiar i marmi et i bronzi per
la gravezza loro, e del lavorargli per quella degl'istrumenti, rispetto alla
leggerezza de' pennegli, degli stili e delle penne, disegnatoi e carboni;
oltra che di loro si affatica l'animo con tutte le parti del corpo; et è cosa