Page 22 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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multitudine e la varietà de' quali, quanto ella sia universalmente e proceda
quasi in infinito, lo dimostrano meglio che altro i fiori et i frutti oltre a'
minerali; cognizione sommamente difficile ad acquistarsi ed a mantenersi
per la infinita varietà loro.

Dicono ancora, che dove la scultura, per l'inobbedienza et imperfezzione
della materia, non rappresenta gli affetti dell'animo, se non con il moto, il

quale non si stende però molto in lei, e con la fazione stessa de' membri,
né anche tutti i pittori gli dimostrano con tutti i moti, che sono infiniti, con
la fazione di tutte le membra, per sottilissime che elle siano, ma che più?
con il fiato stesso e con gli spiriti della vista. E che a maggiore perfezzione

del dimostrare non solamente le passioni e gl'effetti dell'animo, ma ancora
gl'accidenti a venire, come fanno i naturali, oltre alla lunga pratica dell'arte
bisogna loro aver una intera cognizione d'essa fisionomia; della quale
basta solo allo scultore la parte che considera la quantità e forma de'

membri, senza curarsi della qualità de' colori, la cognizione de' quali, chi
giudica dagli occhi conosce quanto ella sia utile e necessaria alla vera
imitazione della natura alla quale chi più si accosta è più perfetto.
Appresso soggiungono che, dove la scultura levando a poco a poco in un

medesimo tempo dà fondo et acquista rilievo a quelle cose che hanno
corpo di loro natura, e servesi del tatto e del vedere, i pittori in due tempi
danno rilievo e fondo al piano con l'aiuto di un senso solo; la qual cosa,
quando ella è stata fatta da persona intelligente dell'arte, con

piacevolissimo inganno ha fatto rimanere molti grandi uomini, per non dire
degli animali: il che non si è mai veduto della scultura, per non imitare la
natura in quella maniera che si possa dire tanto perfetta quanto è la loro.

E finalmente, per rispondere a quella intera ed assoluta perfezzione di
giudizio che si richiede alla scultura, per non aver modo di aggiugnere dove
ella leva, affermando prima che tali errori sono, come ei dicano,

incorregibili, né si può rimediare loro senza le toppe, le quali così come ne'
panni sono cose da poveri di roba, nelle sculture e nelle pitture similmente
son cose da poveri d'ingegno e di giudizio. Di poi che la pazienza con un

tempo conveniente, mediante i modelli, le centine, le squadre, le seste et
altri mille ingegni e strumenti da riportare, non solamente gli difendano
dagli errori, ma fanno condur loro il tutto alla sua perfezzione, concludono
che questa difficultà che ei mettano per la maggiore, è nulla o poco
rispetto a quelle che hanno i pittori nel lavorare in fresco; e che la detta

perfezzione di giudizio non è punto più necessaria alli scultori che a' pittori,
bastando a quelli condurre i modelli buoni di cera, di terra, o d'altro, come
a questi i loro disegni in simili materie pure o ne' cartoni, e che finalmente

quella parte che riduce a poco a poco loro i modelli ne' marmi, è più tosto
pazienza che altro. Ma chiamisi giudizio, come vogliono gli scultori, se egli
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