Page 24 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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contraposte le difficultà degli scultori alle loro, le fatiche del corpo alle
fatiche dell'animo, la imitazione circa la forma sola alla imitazione della
apparenzia circa la quantità e la qualità che viene a lo occhio, il poco
numero delle cose dove la scultura può dimostrare e dimostra la virtù sua
allo infinito di quelle che la pittura ci rappresenta, oltre il conservarle
perfettamente allo intelletto e farne parte in que' luoghi che la natura non
ha fatto ella; e contrapesato, finalmente, le cose dell'una alle cose
dell'altra, la nobiltà della scultura, quanto all'ingegno, alla invenzione et al
giudizio degli artefici suoi, non corrisponde a gran pezzo a quella che ha e
merita la pittura. E questo è quello che per l'una e per l'altra parte mi è
venuto agli orecchi degno di considerazione.
Ma perché a me pare che gli scultori abbino parlato con troppo ardire, et i
pittori con troppo sdegno, per avere io assai tempo considerato le cose
della scultura, et essermi esercitato sempre nella pittura, quantunque
piccolo sia forse il frutto che se ne vede, nondimeno e per quel tanto che
egli è, e per la impresa di questi scritti, giudicando mio debito dimostrare il
giudizio che nello animo mio ne ho fatto sempre, e vaglia l'autorità mia
quanto ella può, dirò sopra tal disputa sicuramente e brevemente il parer
mio, persuadendomi di non sottentrare a carico alcuno di prosunzione o
d'ignoranza, non trattando io de l'arti altrui come hanno già fatto molti per
apparire nel vulgo intelligenti di tutte le cose mediante le lettere, e come
tra gli altri avvenne a Formione peripatetico, in Efeso, che ad ostentazione
della eloquenza sua, predicando e disputando de le virtù e parti dello
eccellente capitano, non meno della prosunzione che della ignoranza sua
fece ridere Annibale.
Dico, adunque, che la scultura e la pittura per il vero sono sorelle, nate di
un padre che è il disegno, in un sol parto et ad un tempo; e non precedono
l'una alla altra, se non quanto la virtù e la forza di coloro che le portano
addosso fa passare l'uno artefice innanzi a l'altro; e non per differenzia o
grado di nobiltà che veramente si trovi in fra di loro. E sebbene per la
diversità dell'essenzia loro hanno molte agevolezze, non sono elleno però
né tante né di maniera ch'elle non venghino giustamente contrapesate
insieme, e non si conosca la passione o la caparbietà, più tosto che il
giudizio di chi vuole che l'una avanzi l'altra. Laonde a ragione si può dire
che un'anima medesima regga due corpi; et io per questo conchiudo, che
male fanno coloro che s'ingegnano di disunirle e di separarle l'una da
l'altra. De la qual cosa volendoci forse sgannare il cielo e mostrarci la
fratellanza e la unione di queste due nobilissime arti, ha in diversi tempi
fattoci nascere molti scultori che hanno dipinto, e molti pittori che hanno
fatto delle sculture; come si vedrà nella vita d'Antonio del Pollaiuolo, di
Lionardo da Vinci e di molti altri di già passati. Ma nella nostra età ci ha