Page 21 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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né si truovi prezzo maggiore, come sarebbe facil cosa a chi volesse
diligentemente considerarla, truovino un prezzo maggiore del maraviglioso
bello e vivo dono, che alla virtuosissima et eccellentissima opera d'Apelle
fece Alessandro il Magno, donandogli non tesori grandissimi o stato, ma la
sua amata e bellissima Campsaspe; et avvertischino di più, che Alessandro
era giovane, innamorato di lei, e naturalmente agli affetti di Venere
sottoposto, e re insieme e Greco; e poi ne faccino quel giudizio che piace
loro. Agli amori di Pigmalione, e di quegli altri scelerati, non degni più
d'essere uomini, citati per pruova della nobiltà dell'arte, non sanno che si
rispondere, se da una grandissima cecità di mente, e da una sopra ogni
natural modo sfrenata libidine, si può fare argumento di nobiltà. E di quel
non so chi allegato dagli scultori d'aver fatto la Scultura d'oro e la Pittura
d'argento, come di sopra, consentono che se egli avesse dato tanto segno
di giudizioso quanto di ricco, non sarebbe da disputarla. E concludono
finalmente che l'antico vello dell'oro, per celebrato che e' sia, non vestì
però altro che un montone senza intelletto: per il che né il testimonio delle
ricchezze, né quello delle voglie disoneste, ma delle lettere, dell'esercizio,
della bontà e del giudizio, son quelli a chi si debbe attendere.
Né rispondono altro alla difficultà dell'avere i marmi e i metalli, se non che
questo nasce dalla povertà propria e dal poco favore de' potenti, come si è
detto, e non da grado di maggiore nobiltà. All'estreme fatiche del corpo et
a' pericoli propri e dell'opere loro, ridendo e senza alcun disagio rispondono
che se le fatiche et i pericoli maggiori arguiscono maggiore nobiltà, l'arte
del cavare i marmi delle viscere de' monti per adoperare i conii, i pali e le
mazze, sarà più nobile della scultura; quella del fabbro avanzerà l'orefice, e
quella del murare, l'architettura. E dicono appresso che le vere difficultà
stanno più nell'animo che nel corpo; onde quelle cose che di loro natura
hanno bisogno di studio e di sapere maggiore, son più nobili ed eccellenti
di quelle che più si servono della forza del corpo; e che valendosi i pittori
della virtù dell'animo più di loro, questo primo onore si appartiene alla
pittura. Agli scultori bastano le seste o le squadre a ritrovare e riportare
tutte le proporzioni e misure che eglino hanno di bisogno; a' pittori è
necessario, oltre al sapere ben adoperare i sopradetti strumenti, una
accurata cognizione di prospettiva, per avere a porre mille altre cose, che
paesi o casamenti; oltra che bisogna aver maggior giudicio per la quantità
delle figure in una storia, dove può nascer più errori, che in una sola
statua. Allo scultore basta aver notizia delle vere forme e fattezze de' corpi
solidi e palpabili e sottoposti in tutto al tatto, e di quei soli ancora che
hanno chi gli regge. Al pittore è necessario non solo conoscere le forme di
tutti i corpi retti e non retti, ma di tutti i trasparenti et impalpabili; et oltra
questo bisogna ch'e' sappino i colori che si convengono a' detti corpi, la