Page 1508 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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di dovere riuscire eccellente, come poi è riuscito nell'opere che ha fatto in
Brescia sua patria, e particolarmente nel palazzo publico: ma se studia e
vive si vedranno anco di sua mano cose maggiori e migliori, essendo
spiritoso e di bellissimo ingegno.
De' nostri toscani è stato discepolo del Sansovino Bartolomeo Amannati
fiorentino, del quale in molti luoghi di quest'opera s'è già fatto memoria.
Costui dico lavorò sotto il Sansovino in Vinezia e poi in Padova per Messer
Marco da Mantova, eccellentissimo dottore di medicina, in casa del quale
fece un grandissimo gigante nel suo cortile di un pezzo di pietra e la sua
sepoltura con molte statue. Dopo venuto l'Amannato a Roma l'anno 1550,
gli furono allogate da Giorgio Vasari quattro statue di braccia quattro l'una
di marmo per la sepoltura del cardinale de' Monti vecchio, la quale papa
Iulio Terzo aveva allogata a esso Giorgio nella chiesa di San Pietro a
Montorio, come si dirà, le quali statue furono tenute molto belle, per che
avendogli il Vasari posto amore, lo fece conoscere al detto Iulio Terzo, il
quale avendo ordinato quello fusse da fare, lo fece mettere in opera, e così
ambidue, cioè il Vasari e l'Amannato, per un pezzo lavorarono insieme alla
vigna. Ma non molto dopo che il Vasari fu venuto a servire il duca Cosimo a
Fiorenza, essendo morto il detto Papa, l'Amannato, che si trovava senza
lavoro et in Roma da quel Pontefice essere male stato sodisfatto delle sue
fatiche, scrisse al Vasari, pregandolo che come l'aveva aiutato in Roma,
così volesse aiutarlo in Fiorenza appresso al Duca. Onde el Vasari
adoperandosi in ciò caldamente, lo condusse al servizio di sua eccellenza
per cui ha molte statue di marmo e di bronzo, che ancora non sono in
opera, lavorate. Per lo giardino di Castello ha fatto due figure di bronzo
maggiori del vivo, cioè Ercole che fa scoppiare Anteo, al quale Anteo,
invece dello spirito, esce acqua in gran copia per bocca. Finalmente ha
condotto l'Amannato il colosso di Nettunno di marmo che è in piazza, alto
braccia dieci e mezzo. Ma perché l'opera della fonte a cui ha da stare in
mezzo il detto Nettunno non è finita, non ne dirò altro. Il medesimo
Amannato, come architetto, attende, con suo molto onore e lode, alla
fabbrica de' Pitti, nella quale opera ha grande occasione di mostrare la
virtù e grandezza dell'animo suo, e la magnificenza e grande animo del
duca Cosimo. Direi molti particolari di questo scultore, ma perché mi è
amico, et altri secondo che intendo scrive le cose sue, non dirò altro per
non mettere mano a quello che da altri fie meglio, che io forse non saprei
raccontarlo.
Restaci per ultimo de' discepoli del Sansovino a far menzione del Danese
Cataneo scultore da Carrara, il quale essendo anco piccol fanciullo stette
con esso lui a Vinezia, e partitosi d'anni diciannove dal detto suo maestro,
fece da per sé in San Marco un fanciullo di marmo, et un San Lorenzo nella