Page 190 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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mettono in mezzo, i quali furono tenuti cosa bellissima, ma ancora,
secondo il disegno di Giotto, quelle figurette di marmo che sono per
finimento della porta del campanile di S. Maria del Fiore, et intorno al
medesimo campanile in certe mandorle i sette pianeti, le sette virtù e le

sette opere della misericordia di mezzo rilievo in figure piccole, che furono
allora molto lodate. Fece anco nel medesimo tempo le tre figure di braccia
quattro l'una, che furono collocate nelle nicchie del detto campanile, sotto
le finestre che guardano dove sono oggi i Pupilli, cioè verso mezzogiorno,

le quali figure furono tenute in quel tempo più che ragionevoli.
Ma per tornare onde mi sono partito, dico che in detta porta di bronzo sono

storiette di basso rilievo della vita di S. Giovanni Battista, cioè dalla nascita
insino alla morte, condotte felicemente e con molta diligenza. E sebbene
pare a molti che in tali storie non apparisca quel bel disegno né quella
grande arte che si suol porre nelle figure, non merita però Andrea se non

lode grandissima, per essere stato il primo che ponesse mano a condurre
perfettamente un'opera, che fu poi cagione che gl'altri che sono stati dopo
di lui hanno fatto quanto di bello e di difficile e di buono nell'altre due porte
e negli ornamenti di fuori al presente si vede. Questa opera fu posta alla

porta di mezzo di quel tempio, e vi stette insino a che Lorenzo Ghiberti
fece quella che vi è al presente: perché allora fu levata e posta dirimpetto
alla Misericordia, dove ancora si trova. Non tacerò che Andrea fu aiutato in
far questa porta da Nino suo figliuolo, che fu poi molto miglior maestro che

il padre stato non era, e che fu finita del tutto l'anno 1339, cioè non solo
pulita e rinetta del tutto, ma ancora dorata a fuoco; e credesi ch'ella fusse
gettata di metallo da alcuni maestri viniziani molto esperti nel fondere i
metalli; e di ciò si truova ricordo ne' libri dell'Arte de' mercatanti di

Calimara guardiani dell'Opera di S. Giovanni.
Mentre si faceva la detta porta, fece Andrea non solo l'altre opere sopra

dette, ma ancora molte altre, e particolarmente il modello del tempio di S.
Giovanni di Pistoia, il quale fu fondato l'anno 1337, nel quale anno
medesimo a dì XXV di gennaio fu trovato, nel cavare i fondamenti di

questa chiesa, il corpo del beato Atto, stato vescovo di quella città, il quale
era stato in quel luogo sepolto centotrentasette anni. L'architettura,
dunque, di questo tempio, che è tondo, fu secondo quei tempi ragionevole.

È anco di mano d'Andrea nella detta città di Pistoia, nel tempio principale,
una sepoltura di marmo piena nel corpo della cassa di figure piccole, con
alcune altre di sopra maggiori. Nella quale sepoltura è il corpo riposto di

messer Cino d'Angibolgi dottore di legge, e molto famoso litterato ne'
tempi suoi, come testimonia messer Francesco Petrarca in quel sonetto:


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