Page 192 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Taddeo Gaddi non era per aventura inferiore nelle cose d'architettura a
Andrea Pisano, non volle di lui in queste fabriche, per esser fiorentino,
servirsi il Duca, ma sì bene d'Andrea. Voleva il medesimo duca Gualtieri
disfare S. Cicilia per vedere di palazzo la strada Romana e Mercato Nuovo,

e parimente S. Piero Scheraggio per i suoi commodi, ma non ebbe di ciò
fare licenza dal Papa. Intanto fu, come si è detto di sopra, cacciato a furia
di popolo.

Meritò dunque Andrea per l'onorate fatiche di tanti anni non solamente
premii grandissimi, ma e la civiltà ancora; perché fatto dalla Signoria
cittadin fiorentino, gli furono dati uffizii e magistrati nella città, e l'opere

sue furono in pregio e mentre che visse e dopo morte, non si trovando chi
lo passasse nell'operare, infino a che non vennero Nicolò aretino, Jacopo
della Quercia sanese, Donatello, Filippo di ser Brunellesco e Lorenzo
Ghiberti, i quali condussono le sculture et altre opere che fecero, di

maniera che conobbono i popoli in quanto errore eglino erano stati insino a
quel tempo, avendo ritrovato questi con l'opere loro quella virtù che era
molti e molti anni stata nascosa e non bene conosciuta dagl'uomini. Furono
l'opere d'Andrea intorno agli anni di nostra salute milletrecentoquaranta.

Rimasero d'Andrea molti discepoli, e fra gli altri Tommaso pisano architetto
e scultore, il quale finì la cappella di Camposanto, e pose la fine del

campanile del Duomo, cioè quella ultima parte dove sono le campane: il
quale Tommaso si crede che fusse figliuolo d'Andrea, trovandosi così scritto
nella tavola dell'altar maggiore di S. Francesco di Pisa, nella quale è

intagliato di mezzo rilievo una Nostra Donna e altri Santi fatti da lui, e
sotto quelli il nome suo e di suo padre.
D'Andrea rimase Nino suo figliuolo che attese alla scultura, et in S. Maria

Novella di Firenze fu la sua prima opera, perché vi finì di marmo una Nostra
Donna stata cominciata dal padre, la quale è dentro alla porta del fianco a
lato alla cappella de' Minerbetti. Andato poi a Pisa, fece nella Spina una

Nostra Donna di marmo dal mezzo in su, che allatta Gesù Cristo
fanciulletto involto in certi panni sottili, alla quale Madonna fu fatto fare da
messer Iacopo Corbini un ornamento di marmo l'anno 1522, et un altro
molto maggiore e più bello a un'altra Madonna, pur di marmo e intera, di
mano del medesimo Nino, nell'attitudine della quale si vede essa Madre

porgere con molta grazia una rosa al Figliuolo, che la piglia con maniera
fanciullesca e tanto bella, che si può dire che Nino cominciasse veramente
a cavare la durezza de' sassi e ridurgli alla vivezza delle carni, lustrandogli

con un pulimento grandissimo. Questa figura è in mezzo a un S. Giovanni
et a un S. Piero di marmo, che è nella testa il ritratto di Andrea di naturale.
Fece ancora Nino per un altare di S. Caterina pur di Pisa due statue di
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