Page 196 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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di che accusava Capodoca la moglie, et in che modo ella si scusava, disse a
Capodoca: "Gnaffe, sozio, egli si vuole aver discrezione; tu ti duoli che il
cotto mattina e sera è troppo salato, et io mi maraviglio che questa tua
buona donna faccia cosa che bene stia. Io per me non so come il giorno
ella si sostenga in piedi, considerando che tutta la notte vegghia intorno a
questo suo filatoio e non dorme, ch'io creda, un'ora. Fa ch'ella si rimanga di
questo suo levarsi a mezza notte, e vedrai che avendo il suo bisogno di
dormire, ella starà il giorno in cervello e non incorrerà in così fatti errori".
Poi rivoltosi agli altri vicini, sì bene fece parer loro la cosa grande, che tutti
dissero a Capodoca che Buonamico diceva il vero, e così si voleva fare
come egli avisava. Onde egli credendo che così fusse, le comandò che non
si levasse a vegghia; et il cotto fu poi ragionevolmente salato, se non
quando per caso la donna alcuna volta si levava; perché allora Buffalmacco
tornava al suo rimedio, il quale finalmente fu causa che Capodoca ne la
fece rimanere del tutto.
Buffalmacco, dunque, fra le prime opere che fece, lavorò in Firenze nel
monasterio delle donne di Faenza che era dov'è oggi la Cittadella del
Prato, tutta la chiesa di sua mano; e fra l'altre storie che vi fece della vita
di Cristo, nelle quali tutte si portò molto bene, vi fece l'occisione che fece
fare Erode de' putti innocenti, nella quale espresse molto vivamente
gl'affetti così degl'uccisori come dell'altre figure; perciò che in alcune balie
e madri che strappando i fanciulli di mano agl'uccisori, si aiutano quanto
possono il più, colle mani, coi graffi, coi morsi e con tutti i movimenti del
corpo, si mostra nel di fuori l'animo non meno pieno di rabbia e furore che
di doglia.
Della quale opera, essendo oggi quel monasterio rovinato, non si può altro
vedere che una carta tinta nel nostro libro de' disegni diversi, dove è
questa storia di mano propria di esso Buonamico disegnata. Nel fare
questa opera alle già dette donne di Faenza, perché era Buffalmacco una
persona molto stratta et a caso così nel vestire come nel vivere, avvenne,
non portando egli così sempre il capuccio et il mantello come in que' tempi
si costumava, che guardandolo alcuna volta le monache per la turata che
egli avea fatto fare, cominciarono a dire col castaldo che non piaceva loro
vederlo a quel modo in farsetto; pur racchetate da lui, se ne stettono un
pezzo senza dire altro. Alla perfine vedendolo pur sempre in quel
medesimo modo, e dubitando che non fosse qualche garzonaccio da pestar
colori, gli feciono dire dalla badessa che averebbono voluto vedere lavorar
il maestro, e non sempre colui. A che rispose Buonamico, come piacevole
che era, che tosto che il maestro vi fusse, lo farebbe loro intendere,
accorgendosi nondimeno della poca confidenza che avevano in lui. Preso
dunque un desco e messovene sopra un altro, mise in cima una brocca