Page 198 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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conservate. Et io, che già pensava che a queste pitture avesse fatto
nocumento l'umido, ho poi provato per esperienza, considerando altre
opere del medesimo, che non dall'umido, ma da questa particolare usanza
di Buffalmacco è avenuto che sono in modo guaste, che non si vede né
disegno né altro; e dove erano le carnagioni, non è altro rimaso che il
paonazzo. Il qual modo di fare non dee usarsi da chi ama che le pitture sue
abbiano lunga vita.
Lavorò Buonamico, dopo quello che si è detto di sopra, due tavole a
tempera ai monaci della Certosa di Firenze, delle quali l'una è dove stanno
per il coro i libri da cantare, e l'altra di sotto nelle cappelle vecchie. Dipinse
in fresco nella Badia di Firenze la capella de' Giochi e Bastari allato alla
cappella maggiore, la quale cappella ancor che poi fusse conceduta alla
famiglia de' Boscoli, ritiene le dette pitture di Buffalmacco insino a oggi:
nelle quali fece la Passione di Cristo con affetti ingegnosi e belli, mostrando
in Cristo, quando lava i piedi ai discepoli, umiltà e mansuetudine
grandissima, e ne' Giudei, quando lo menano ad Erode, fierezza e crudeltà.
Ma particolarmente mostrò ingegno e facilità in un Pilato che vi dipinse in
prigione, et in Giuda apiccato a un albero; onde si può agevolmente
credere quello che di questo piacevole pittore si racconta, cioè che quando
voleva usar diligenza e affaticarsi, il che di rado avveniva, egli non era
inferiore a niun altro dipintore de' suoi tempi. E che ciò sia vero, l'opere che
fece in Ognisanti a fresco dove è oggi il cimitero, furono con tanta diligenza
lavorate e con tanti avvertimenti, che l'acqua che è piovuta loro sopra tanti
anni non le ha potuto guastare, né fare sì che non si conosca la bontà loro,
e che si sono mantenute benissimo per essere state lavorate puramente
sopra la calcina fresca. Nelle facce dunque sono la natività di Gesù Cristo e
l'adorazione de' Magi, cioè sopra la sepoltura degl'Aliotti.
Dopo quest'opera andato Buonamico a Bologna, lavorò a fresco in S.
Petronio nella cappella de' Bolognini, cioè nelle vòlte alcune storie, ma da
non so che accidente sopravenuto non le finì. Dicesi che l'anno 1302 fu
condotto in Ascesi, e che nella chiesa di S. Francesco dipinse nella capella
di S. Caterina tutte le storie della sua vita in fresco, le quali si sono molto
ben conservate, e vi si veggiono alcune figure che sono degne d'essere
lodate.
Finita questa capella, nel passar d'Arezzo, il vescovo Guido, per avere
inteso che Buonamico era piacevole uomo e valente dipintore, volle che si
fermasse in quella città, e gli dipignesse in Vescovado la capella dove è
oggi il battesimo. Buonamico messo mano al lavoro n'aveva già fatto
buona parte, quando gl'avvenne un caso il più strano del mondo, e fu,
secondo che racconta Franco Sacchetti nelle sue trecento Novelle, questo.