Page 201 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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che in Arno sopra le barche rappresentava l'inferno, egli era andato a
procacciare alcune cose che per la festa mancavano.

Essendo non molto dopo queste cose condotto Buonamico a Pisa, dipinse
nella Badia di S. Paulo a ripa d'Arno, allora de' monaci di Vallombrosa, in
tutta la crociera di quella chiesa da tre bande e dal tetto insino in terra
molte istorie del Testamento Vecchio, cominciando dalla creazione

dell'uomo e seguitando insino a tutta la edificazione della torre di Nembrot;
nella quale opera, ancor che oggi per la maggior parte sia guasta, si vede
vivezza nelle figure, buona pratica e vaghezza nel colorito, e che la mano
esprimeva molto bene i concetti dell'animo di Buonamico, il quale non

ebbe però molto disegno. Nella facciata della destra crociera, la quale è
dirimpetto a quella dove è la porta del fianco, in alcune storie di S.
Nastasia si veggiono certi abiti et acconciature antiche molto vaghe e
belle, in alcune donne che vi sono con graziosa maniera dipinte. Non men

belle sono quelle figure ancora, che con bene accomodate attitudini sono in
una barca, fra le quali è il ritratto di papa Alessandro Quarto, il quale ebbe
Buonamico, secondo che si dice, da Tafo suo maestro, il quale aveva quel
Pontefice ritratto di musaico in S. Piero. Parimente nell'ultima storia, dove

è il martirio di quella Santa e d'altre, espresse Buonamico molto bene nei
volti il timore della morte, il dolore e lo spavento di coloro che stanno a
vederla tormentare e morire, mentre sta legata a un albero e sopra il
fuoco.

Fu compagno in quest'opera di Buonamico, Bruno di Giovanni pittore, che

così è chiamato in sul vecchio libro della compagnia; il quale Bruno,
celebrato anch'egli come piacevole uomo dal Boccaccio, finite le dette
storie delle facciate, dipinse nella medesima chiesa l'altar di S. Orsola con
la compagnia delle vergini, facendo in una mano di detta Santa uno
stendardo con l'arme di Pisa, che è in campo rosso una croce bianca, e

facendole porgere l'altra a una femina, che surgendo fra due monti e
toccando con l'uno de' piedi il mare, le porge amendue le mani in atto di
raccomandarsi. La quale femina figurata per Pisa, avendo in capo una

corona d'oro e in dosso un drappo pieno di tondi e di aquile, chiede,
essendo molto travagliata in mare, aiuto a quella Santa. Ma perché nel
fare questa opera Bruno si doleva che le figure che in essa faceva non
avevano il vivo, come quelle di Buonamico, Buonamico, come burlevole,
per insegnargli a fare le figure non pur vivaci, ma che favellassono, gli fece

far alcune parole che uscivano di bocca a quella femina che si raccomanda
alla Santa, e la risposta della Santa a lei, avendo ciò visto Buonamico
nell'opere che aveva fatte nella medesima città Cimabue. La qual cosa

come piacque a Bruno e agl'altri uomini sciocchi di que' tempi, così piace
ancor oggi a certi goffi che in ciò sono serviti da artefici plebei, come essi
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