Page 197 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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overo mezzina da acqua, e nella bocca di quella pose un capuccio in sul
manico, e poi il resto della mezzina coperse con un mantello alla civile,
affibbiandolo bene intorno ai deschi; e posto poi nel beccuccio, donde
l'acqua si trae, acconciamente un pennello, si partì. Le monache tornando
a veder il lavoro per uno aperto dove avea cansato la tela, videro il
posticcio maestro in pontificale; onde credendo che lavorasse a più potere,
e fusse per fare altro lavoro che quel garzonaccio a cattafascio non faceva,
se ne stettono più giorni senza pensar ad altro. Finalmente essendo elleno
venute in disiderio di veder che bella cosa avesse fatto il maestro, passati
quindici giorni, nel quale spazio di tempo Buonamico non vi era mai
capitato, una notte pensando che il maestro non vi fusse, andarono a
veder le sue pitture, e rimasero tutte confuse e rosse, nello scoprir una più
ardita dell'altre il solenne maestro, che in quindici dì non aveva punto
lavorato. Poi conoscendo che egli aveva loro fatto quello che meritavano, e
che l'opere che egli aveva fatte non erano se non lodevoli, fecer richiamar
dal castaldo Buonamico; il qual con grandissime risa e piacere si ricondusse
al lavoro, dando loro a cognoscere che differenza sia dagli uomini alle
brocche, e che non sempre ai vestimenti si deono l'opere degli uomini
giudicare. Ora, quivi in pochi giorni finì una storia, di che si contentarono
molto, parendo loro in tutte le parti da contentarsene, eccetto che le figure
nelle carnagioni parevano loro anzi smorticce e pallide, che no. Buonamico
sentendo ciò, e avendo inteso che la badessa avea una vernaccia la miglior
di Firenze, la quale per lo sagrifizio della messa serbava, disse loro che a
volere a cotal difetto rimediare, non si poteva altro fare che stemperare i
colori con vernaccia che fusse buona; per che toccando con essi così
stemperati le gote e l'altre carni delle figure, elle diverrebbono rosse e
molto vivamente colorite. Ciò udito le buone suore che tutto si credettono,
lo tennono sempre poi fornito di ottima vernaccia mentre durò il lavoro; et
egli godendosela, fece da indi in poi con i suoi colori ordinarii le figure più
fresche e colorite.
Finita questa opera, dipinse nella Badia di Settimo alcune storie di S.
Iacopo nella cappella che è nel chiostro a quel Santo dedicata, nella vòlta
della quale fece i quattro Patriarchi e i quattro Evangelisti, fra i quali è
notabile l'atto che fa S. Luca nel soffiare molto naturalmente nella penna,
perché renda l'inchiostro. Nelle storie poi delle facciate, che sono cinque, si
vede nelle figure belle attitudini, et ogni cosa condotta con invenzione e
giudizio. E perché usava Buonamico, per fare l'incarnato più facile, di
campeggiare, come si vede in quest'opera, per tutto di pavonazzo di sale, il
quale fa col tempo una salsedine che si mangia e consuma il bianco e
gl'altri colori, non è maraviglia se quest'opera è guasta e consumata
laddove molte altre che furono fatte molto prima, si sono benissimo