Page 199 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Aveva il vescovo un bertuccione il più sollazzevole ed il più cattivo che altro
che fusse mai. Questo animale, stando alcuna volta sul palco a vedere
lavorare Buonamico aveva posto mente a ogni cosa, né levatogli mai
gl'occhi da dosso quando mescolava i colori, trassinava gli alberelli,
stiacciava l'uova per fare le tempere, ed insomma quando faceva
qualsivoglia altra cosa. Ora, avendo Buonamico un sabato sera lasciato
l'opera, la domenica mattina questo bertuccione, non ostante che avesse
apiccato a' piedi un gran rullo di legno, il quale gli faceva portare il vescovo
perché non potesse così saltare per tutto, egli salì, non ostante il peso che
pure era grave, in sul palco dove soleva stare Buonamico a lavorare: e
quivi recatosi fra mano gli alberelli, rovesciato che ebbe l'uno nell'altro, e
fatto sei mescugli e stiacciato quante uova v'erano, cominciò a imbrattare
con i pennelli quante figure vi erano, e seguitando di così fare, non restò,
se non quando ebbe ogni cosa ridipinto di sua mano. Ciò fatto, di nuovo
fece un mescuglio di tutti i colori che gli erano avanzati, come che pochi
fussero, e poi sceso dal palco si partì. Venuto il lunedì mattina, tornò
Buonamico al suo lavoro, dove vedute le figure guaste, gli alberelli
rovesciati, et ogni cosa sotto sopra, restò tutto maravigliato e confuso. Poi,
avendo molte cose fra se medesimo discorso, pensò finalmente che
qualche aretino per invidia o per altro avesse ciò fatto; onde andatosene al
vescovo, gli disse come la cosa passava e quello di che dubitava, di che il
vescovo rimase forte turbato; pure fatto animo a Buonamico, volle che
rimettesse mano al lavoro, e ciò che vi era di guasto rifacesse. E perché
aveva prestato alle sue parole fede, le quali avevano del verisimile, gli
diede sei de' suoi fanti armati che stessono co' falcioni, quando egli non
lavorava, in aguato, e chiunque venisse, senza misericordia tagliasseno a
pezzi.
Rifatte dunque la seconda volta le figure, un giorno che i fanti erano in
aguato, ecco che sentono non so che rotolare per la chiesa, e poco
appresso il bertuccione salire sopra l'assito, e in un baleno fatte le
mestiche, veggiono il nuovo maestro mettersi a lavorare sopra i Santi di
Buonamico. Perché chiamatolo, e mostrogli il malfattore, e insieme con
esso lui stando a vederlo lavorare, furono per crepar dalle risa, e
Buonamico particolarmente, come che dolore glie ne venisse, non poteva
restare di ridere né di piangere per le risa.
Finalmente licenziati i fanti che con falcioni avevano fatto la guardia, se ne
andò al vescovo, e gli disse: "Monsignor, voi volete che si dipinga a un
modo, et il vostro bertuccione vuole a un altro". Poi contando la cosa,
soggiunse: "Non iscadeva che voi mandaste per pittori altrove, se avevate
il maestro in casa; ma egli forse non sapeva così ben fare le mestiche.
Orsù, ora che sa, faccia da sé, che io non ci son più buono, e conosciuta la