Page 218 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 218





et in questa pose Lippo il suo nome. Dopo queste opere, lavorò da per sé
una tavola a tempera a' frati di S. Agostino in S. Gimignano, e n'acquistò
tanto nome che fu forzato mandar in Arezzo al vescovo Guido de' Tarlati
una tavola con tre mezze figure, che è oggi nella cappella di S. Gregorio in

Vescovado. Stando Simone in Fiorenza a lavorare, un suo cugino architetto
ingegnoso, chiamato Neroccio, tolse l'anno 1332 a far sonar la campana
grossa del Comun di Firenze, che per spazio di 17 anni nessuno l'aveva
potuta far sonar senza dodici uomini che la tirassino. Costui dunque la

bilicò di maniera che due la potevano muovere, e, mossa, un solo la
sonava a distesa, ancora ch'ella pesasse più di sedicimila libbre; onde,
oltre l'onore, ne riportò per sua mercede trecento fiorini d'oro, che fu gran
pagamento in que' tempi. Ma per tornare ai nostri due Memmi sanesi,

lavorò Lippo oltre alle cose dette, col disegno di Simone, una tavola a
tempera che fu portata a Pistoia e messa sopra l'altar maggiore della
chiesa di S. Francesco, che fu tenuta bellissima. In ultimo tornati a Siena,
loro patria, cominciò Simone una grandissima opera colorita sopra il

portone di Camolia, dentrovi la coronazione di Nostra Donna, con infinite
figure, la quale, sovravenendogli una grandissima infirmità, rimase
imperfetta, et egli vinto dalla gravezza di quella, passò di questa vita
l'anno 1345 con grandissimo dolore di tutta la sua città e di Lippo suo

fratello, il quale gli diede onorata sepoltura in S. Francesco; finì poi molte
opere che Simone aveva lasciate imperfette, e ciò furono una Passione di
Gesù Cristo in Ancona sopra l'altare maggiore di S. Nicola, nella quale finì
Lippo quello che aveva Simone cominciato, imitando quella aveva fatta nel

capitolo di Santo Spirito di Fiorenza, e finita del tutto il detto Simone. La
quale opera sarebbe degna di più lunga vita che per avventura non le sarà
conceduta; essendo in essa molte belle attitudini di cavalli e di soldati, che
prontamente fanno isvarii gesti, pensando con maraviglia se hanno o no

crucifisso il figliuol di Dio. Finì similmente in Ascesi nella chiesa di sotto di
S. Francesco alcune figure che avea cominciato Simone all'altare di S.
Lisabetta, il qual è all'entrar della porta che va nelle cappelle, facendovi la
Nostra Donna, un San Lodovico re di Francia et altri Santi che sono in tutto

otto figure insino alle ginocchia, ma buone e molto ben colorite. Avendo
oltre ciò cominciato Simone nel refettorio maggiore di detto convento in
testa della facciata, molte storiette et un crucifisso fatto a guisa d'albero di
croce, si rimase imperfetto e disegnato, come insino a oggi si può vedere,

di rossaccio col pennello in su l'arricciato; il quale modo di fare era il
cartone che i nostri maestri vecchi facevano per lavorare in fresco per
maggior brevità; conciò fusse che, avendo spartita tutta l'opera sopra
l'arricciato, la disegnavano col pennello, ritraendo da un disegno piccolo

tutto quello che volevano fare, con ringrandir a proporzione quanto
   213   214   215   216   217   218   219   220   221   222   223