Page 221 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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due storie negl'archetti allato al capitolo, nell'uno de' quali fece quando
Giuda vende Cristo e nell'altro la Cena ultima che fece con gl'Apostoli; e nel
medesimo convento, sopra la porta del refettorio, dipinse un Crucifisso et
alcuni Santi che fanno conoscer, fra gl'altri che quivi lavorarono, che egli fu
veramente imitator della maniera di Giotto, da lui avuta sempre in
grandissima venerazione. Dipinse in S. Stefano del ponte Vecchio la tavola
e la predella dell'altar maggiore con gran diligenza, e nell'oratorio di S.
Michele in Orto lavorò molto bene in una tavola un Cristo morto, che dalle
Marie è pianto e da Nicodemo riposto nella sepoltura molto divotamente.
Nella chiesa de' frati de' Servi dipinse la capella di S. Nicolò di quegli dal
palagio con istorie di quel santo, dove con ottimo giudizio e grazia, per una
barca quivi dipinta, dimostrò chiaramente com'egli aveva intera notizia del
tempestoso agitare del mare e della furia della fortuna, nella quale,
mentre che i marinari votando la nave gittano le mercanzie, appare in aria
S. Niccolò e gli libera da quel pericolo; la quale opera, per esser piacciuta e
stata molto lodata, fu cagione che gli fu fatto dipignere la capella
dell'altare maggiore di quella chiesa, dove fece in fresco alcune storie di
Nostra Donna et a tempera in tavola medesimamente la Nostra Donna con
molti santi lavorati vivamente. Parimente, nella predella di detta tavola
fece con figure piccole alcune altre storie di Nostra Donna, delle quali non
accade far particolar menzione, poiché l'anno 1467 fu rovinato ogni cosa,
quando Lodovico Marchese di Mantova fece in quel luogo la tribuna che v'è
oggi, col disegno di Leon Battista Alberti, et il coro de' frati, facendo portar
la tavola nel capitolo di quel convento, nel refettorio del quale fece da
sommo, sopra le spalliere di legname, l'ultima Cena di Gesù Cristo con
gl'Apostoli, e sopra quella un Crucifisso con molti santi. Avendo posto a
quest'opere Taddeo Gaddi l'ultimo fine, fu condotto a Pisa dove in San
Francesco, per Gherardo e Buonacorso Gambacorti, fece la capella
maggiore in fresco molto ben colorita, con molte figure e storie di quel
Santo e di S. Andrea e S. Nicolò. Nella volta poi e nella facciata è Papa
Onorio che conferma la Regola, dove è ritratto Taddeo di naturale in
proffilo con un capuccio avolto sopra il capo, et a' piedi di quella storia
sono scritte queste parole:
"Magister Taddeus Gaddus de Florentia pinxit hanc historiam Sancti
Francisci et Sancti Andreae et Sancti Nicolai anno Domini MCCCXLII de
mense Augusti".
Fece ancora nel chiostro pure di quel convento in fresco una Nostra Donna
col suo Figliuolo in collo molto ben colorita; e nel mezzo della chiesa,
quando s'entra a man manca, un San Lodovico vescovo a sedere al quale
S. Gherardo da Villamagna, stato frate di quell'ordine, raccomanda un fra'
Bartolomeo allora Guardiano di detto convento. Nelle figure della quale