Page 219 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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avevano pensato di mettere in opera. Laonde, come questa così disegnata
si vede et in altri luoghi molte altre, così molte altre ne sono che erano
state dipinte, le quali, scrostatosi poi il lavoro, sono rimase così disegnate
di rossaccio sopra l'arricciato. Ma tornando a Lippo, il quale disegnò

ragionevolmente, come nel nostro libro si può veder, in un Romito che
incrocicchiate le gambe legge, egli visse dopo Simone dodici anni,
lavorando molte cose per tutta Italia e particolarmente due tavole in Santa
Croce di Fiorenza. E perché le maniere di questi due fratelli si somigliano

assai, si conosce l'una dall'altra a questo, che Simone s'iscriveva a' piè
delle sue opere in questo modo: "Simonis Memmi Senensis opus". E Lippo,
lasciando il proprio nome e non si curando di far un latino così alla grossa,
in quest'altro modo: "Opus Memmi de Senis me fecit". Nella facciata del

capitolo di S. Maria Novella furono ritratti di mano di Simone, oltre al
Petrarca e Madonna Laura, come s'è detto di sopra, Cimabue, Lapo
architetto, Arnolfo suo figliuolo e Simone stesso; e nella persona di quel
Papa che è nella storia, Benedetto XI da Traviso frate predicatore; l'effigie

del qual papa aveva molto prima recato a Simone Giotto suo maestro,
quando tornò dalla corte di detto papa, che tenne la sedia in Avignone.
Ritrasse ancora nel medesimo luogo il cardinale Nicola da Prato, allato al
detto Papa, il quale cardinale in quel tempo era venuto a Firenze legato di

detto pontifice, come racconta nelle sue storie Giovan Villani. Sopra la
sepoltura di Simone fu posto questo epitaffio: "Simoni Memmio pictorum
omnium omnis aetatis celeberrimo. Vixit annos LX menses II. dies III".
Come si vede nel nostro libro detto di sopra, non fu Simone molt'eccellente

nel disegno, ma ebbe invenzione dalla natura e si dilettò molto di ritrarre
di naturale, et in ciò fu in tanto tenuto il miglior maestro de' suoi tempi,
che 'l signor Pandolfo Malatesti lo mandò insino in Avignone a ritrarre
Messer Francesco Petrarca, a richiesta del quale fece poi con tanta sua

lode il ritratto di Madonna Laura.


IL FINE DELLA VITA DI SIMONE SANESE PITTORE


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