Page 222 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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opera, perché furono ritratte dal naturale, si vede vivezza e grazia infinita,
in quella maniera semplice, che fu in alcune cose meglio che quella di
Giotto, e massimamente nell'esprimere il raccomandarsi, l'allegrezza, il
dolore et altri somiglianti affetti che bene espressi fanno sempre onore
grandissimo al pittore. Tornato poi a Fiorenza, Taddeo seguitò per lo
comune l'opera d'Or San Michele, e rifondò i pilastri delle loggie,
murandogli di pietre conce e ben foggiate, là dove erano prima state fatte
di mattoni, senza alterar però il disegno che lasciò Arnolfo, con ordine che
sopra la loggia si facesse un palazzo con due volte, per conserva delle
provisioni del grano che faceva il popolo e Comune di Firenze: la quale
opera, perché si finisse, l'Arte di porta Santa Maria, a cui era stato dato
cura della fabrica, ordinò che si pagasse la gabella della piazza e mercato
del grano, et alcune altre gravezze di piccolissima importanza. Ma, il che
importò molto più, fu bene ordinato con ottimo consiglio, che ciascuna
dell'Arti di Firenze facesse da per sé un pilastro et in quello il Santo
avvocato dell'Arte in una nicchia, e che ogni anno per la festa di quello, i
Consoli di quell'Arte andassino a offerta e vi tenessino tutto quel dì lo
stendardo con la loro insegna, ma che l'offerta nondimeno fusse della
Madonna per sovvenimento de' poveri bisognosi. E perché l'anno 1333 per
lo gran diluvio l'acque avevano divorato le sponde del ponte Rubaconte,
messo in terra il castello Altafronte, e del ponte Vecchio non lasciato altro
che le due pile del mezzo et il ponte a Santa Trinita rovinato del tutto
eccetto una pila che rimase tutta fracassata, e mezzo il ponte alla Carraia,
rompendo la pescaia d'Ogni Santi, deliberarono quei che allora la città
reggevano, non voler che più quegli d'oltr'Arno avessero la tornata alle
case loro con tanto scomodo, quanto quello era d'aver a passar per barche;
per che, chiamato Taddeo Gaddi per essere Giotto suo maestro andato a
Milano, gli fecero fare il modello e disegno del ponte Vecchio, dandogli cura
che lo facesse condurre a fine più gagliardo e più bello che possibile fusse;
ed egli, non perdonando né a spesa né a fatica, lo fece con quella
gagliardezza di spalle e con quella magnificenza di volte tutte di pietre
riquadrate con lo scarpello, che sostiene oggi ventidue botteghe per banda,
che sono in tutto quarantaquattro, con grand'utile del Comune che ne
cavava l'anno fiorini ottocento di fitti. La lunghezza delle volte da un canto
all'altro è braccia trentadue, e la strada del mezzo sedici, e quella delle
botteghe da ciascuna parte braccia otto: per la quale opera, che costò
sessanta mila fiorini d'oro, non pur meritò allora Taddeo lode infinita, ma
ancora oggi n'è più che mai comendato, poiché, oltre a molti altri diluvii,
non è stato mosso l'anno 1557 a dì 13 di settembre, da quello che mandò a
terra il ponte a Santa Trinita, di quello della Carraia due archi, e che
fracassò in gran parte il Rubaconte, e fece molt'altre rovine che sono