Page 293 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI IACOPO DALLA QUERCIA SCULTORE SANESE



Fu adunque Iacopo di maestro Piero di Filippo dalla Quercia, luogo del
contado di Siena, scultore, il primo dopo Andrea Pisano, l'Orgagna e gl'altri
di sopra nominati, che operando nella scultura con maggior studio e

diligenza, cominciasse a mostrare che si poteva appressare alla natura, et
il primo che desse animo e speranza agl'altri di poterla, in un certo modo,
pareggiare. Le prime opere sue da mettere in conto, furono da lui fatte in

Siena, essendo d'anni XIX, con questa occasione. Avendo i Sanesi
l'essercito fuori contra i Fiorentini, sotto Gian Tedesco, nipote di Saccone
da Pietramala, e Giovanni d'Azzo Ubaldini capitani, ammalò in campo
Giovanni d'Azzo, onde, portato a Siena, vi si morì; per che, dispiacendo la
sua morte ai Sanesi, gli feciono fare nell'essequie, che furono onoratissime,

una capanna di legname a uso di piramide, e sopra quella porre di mano di
Iacopo la statua di esso Giovanni a cavallo maggior del vivo, fatta con
molto giudizio e con invenzione, avendo, il che non era stato fatto insino

allora, trovato Iacopo, per condurre quell'opera, il modo di fare l'ossa del
cavallo e della figura di pezzi di legno e di piane confitti insieme, e fasciati
poi di fieno e di stoppa, e con funi legato ogni cosa strettamente insieme,
e sopra messo terra mescolata con cimatura di panno lino, pasta e colla. Il
qual modo di far fu veramente et è il miglior di tutti gl'altri per simili cose;

perché, se bene l'opere, che in questo modo si fanno, sono in apparenza
gravi, riescono nondimeno, poi che son fatte e secche, leggere e coperte di
bianco, simili al marmo e molto vaghe all'occhio, sì come fu la detta opera

di Iacopo. Al che si aggiugne, che le statue fatte a questo modo e con le
dette mescolanze, non si fendono, come farebbono se fussero di terra
schietta solamente. Et in questa maniera si fanno oggi i modelli delle
sculture con grandissimo comodo degl'artefici che, mediante quelle, hanno
sempre l'essempio inanzi e le giuste misure delle sculture che fanno; di che

si deve avere non piccolo obligo a Iacopo che, secondo si dice, ne fu
inventore. Fece Iacopo dopo questa opera in Siena due tavole di legno di
tiglio, intagliando in quelle le figure, le barbe et i capegli, con tanta

pacienza, che fu a vederle una maraviglia. E dopo queste tavole, che
furono messe in Duomo, fece di marmo alcuni profeti non molto grandi che
sono nella facciata del detto Duomo; nell'opera del quale avrebbe
continuato di lavorare, se la peste, la fame e le discordie cittadine de'
Sanesi, dopo aver più volte tumultuato, non avessero mal condotta quella

città e cacciatone Orlando Malevolti, col favore del quale era Iacopo con
riputazione adoperato nella patria.
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