Page 294 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 294





Partito dunque da Siena, si condusse, per mezzo d'alcuni amici, a Lucca, e
quivi a Paulo Guinigi, che n'era signore, fece per la moglie che poco inanzi
era morta, nella chiesa di S. Martino una sepoltura, nel basamento della
quale condusse alcuni putti di marmo che reggono un festone tanto

pulitamente che parevano di carne, e nella cassa posta sopra il detto
basamento fece con infinita diligenza l'immagine della moglie d'esso Paulo
Guinigi che dentro vi fu sepolta, e a' piedi d'essa fece nel medesimo sasso
un cane di tondo rilievo, per la fede da lei portata al marito. La qual cassa,

partito o più tosto cacciato che fu Paulo l'anno 1429 di Lucca, e che la città
rimase libera, fu levata di quel luogo, e per l'odio che alla memoria del
Guinigio portavano i Lucchesi, quasi del tutto rovinata. Pure la reverenza,
che portarono alla bellezza della figura e di tanti ornamenti gli ratenne, e

fu cagione che poco appresso la cassa e la figura furono con diligenza
all'entrata della porta della sagrestia collocate, dove al presente sono e la
capella del Guinigio fatta della comunità. Iacopo intanto, avendo inteso che
in Fiorenza l'Arte de' Mercatanti di Calimara voleva dare a far di bronzo una

delle porte del tempio di S. Giovanni, dove aveva la prima lavorato, come
si è detto, Andrea Pisano, se n'era venuto a Fiorenza per farsi conoscere,
atteso massimamente che cotale lavoro si doveva allogare a chi nel fare
una di quelle storie di bronzo, avesse dato di sé e della virtù sua miglior

saggio.
Venuto dunque a Fiorenza, fece non pur il modello, ma diede finita del

tutto e pulita una molto ben condotta storia, la quale piacque tanto, che se
non avesse avuto per concorrenti gli eccellentissimi Donatello e Filippo
Brunelleschi, i quali in verità nei loro saggi lo superarono, sarebbe tocco a
lui a far quel lavoro di tanta importanza. Ma essendo andata la bisogna

altramente, egli se n'andò a Bologna, dove, col favore di Giovanni
Bentivogli, gli fu dato a fare di marmo dagl'Operai di San Petronio, la porta
principale di quella chiesa, la quale egli seguitò di lavorare d'ordine
tedesco, per non alterare il modo, che già era stato cominciato, riempiendo

dove mancava l'ordine de' pilastri che reggono la cornice e l'arco, di storie
lavorate con infinito amore nello spazio di dodici anni che egli mise in
quell'opera, dove fece di sua mano tutti i fogliami e l'ornamento di detta
porta, con quella maggiore diligenza e studio che gli fu possibile. Nei

pilastri che reggono l'architrave, la cornice e l'arco, sono cinque storie per
pilastro e cinque nell'architrave, che in tutto son quindici. Nelle quali tutte
intagliò di basso rilievo istorie del Testamento Vecchio, cioè da che Dio
creò l'uomo insino al Diluvio e l'Arca di Noè, facendo grandissimo

giovamento alla scultura, perché dagl'antichi insino allora non era stato chi
avesse lavorato di basso rilievo alcuna cosa, onde era quel modo di fare
più tosto perduto che smarrito. Nell'arco di questa porta fece tre figure di
   289   290   291   292   293   294   295   296   297   298   299