Page 296 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Disiderando dopo ciò Iacopo di rivedere la patria, se ne tornò a Siena,
dove, arrivato che fu, se gli porse, secondo il desiderio suo, occasione di
lasciare in quella di sé qualche onorata memoria. Perciò che la Signoria di
Siena, risoluta di fare un ornamento ricchissimo di marmi all'acqua che in
sulla piazza avevano condotta Agnolo et Agostino Sanesi l'anno 1343,
allogarono quell'opera a Iacopo per prezzo di duemiladugento scudi d'oro,
onde egli, fatto un modello e fatti venire i marmi, vi mise mano e la finì di
fare con molta sodisfazione de' suoi cittadini, che non più Iacopo dalla
Quercia, ma Iacopo dalla Fonte fu poi sempre chiamato. Intagliò dunque
nel mezzo di questa opera la gloriosa Vergine Maria, avvocata particolare
di quella città, un poco maggiore dell'altre figure, e con maniera graziosa e
singolare. Intorno poi fece le sette virtù teologiche, le teste delle quali, che
sono delicate e piacevoli, fece con bell'aria e con certi modi che mostrano
che egli cominciò a trovare il buono [nel]le difficultà dell'arte et a dare
grazia al marmo, levando via quella vecchiaia che avevano insino allora
usato gli scultori, facendo le loro figure intere e senza una grazia al mondo;
là dove Iacopo le fece morbide e carnose, e finì il marmo con pacienza e
delicatezza. Fecevi, oltre ciò, alcune storie del Testamento Vecchio, cioè la
creazione de' primi parenti et il mangiar del pomo vietato, dove nella figura
della femmina si vede un'aria nel viso sì bella, et una grazia et attitudine
della persona tanto reverente verso Adamo nel porgergli il pomo, che non
pare che possa ricusarlo; senza il rimanente dell'opera, che è tutta piena di
bellissime considerazioni et adornata di bellissimi fanciulletti et altri
ornamenti di leoni e di lupe, insegne della città, condotti tutti da Iacopo
con amore, pratica e giudizio in ispazio di dodici anni. Sono di sua mano
similmente tre storie bellissime di bronzo, della vita di San Giovanbattista,
di mezzo rilievo, le quali sono intorno al battesimo di San Giovanni, sotto il
Duomo; et alcune figure ancora tonde e pur di bronzo, alte un braccio, che
sono fra l'una e l'altra delle dette istorie, le quali sono veramente belle e
degne di lode. Per queste opere, adunque, come eccellente e per la bontà
della vita come costumato, meritò Iacopo essere dalla Signoria di Siena
fatto cavaliere, e poco dopo Operaio del Duomo. Il quale uffizio esercitò di
maniera che né prima né poi fu quell'opera meglio governata, avendo egli
in quel Duomo, se bene non visse, poi che ebbe cotal carico avuto, se non
tre anni, fatto molti acconcimi utili et onorevoli. E se bene Iacopo fu
solamente scultore, disegnò nondimeno ragionevolmente, come ne
dimostrano alcune carte da lui disegnate che sono nel nostro libro, le quali
paiono più tosto di mano d'un miniatore che d'uno scultore. Et il ritratto
suo, fatto come quello che di sopra si vede, ho avuto da maestro Domenico
Beccafumi pittore sanese, il quale mi ha assai cose raccontato della virtù,
bontà e gentilezza di Iacopo, il quale, stracco dalle fatiche e dal continuo