Page 322 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 322





d'eccellenza l'un l'altro, tenendo nascoso quel che facevano
secretissimamente, per non raffrontare nelle cose medesime. Solo Lorenzo,
che aveva Bartoluccio che lo guidava e li faceva far fatiche e molti modelli,
innanzi che si risolvessino di mettere in opera nessuno, di continuo menava

i cittadini a vedere, e talora i forestieri che passavano, se intendevano del
mestiero, per sentire l'animo loro; i quali pareri furon cagione ch'egli
condusse un modello molto ben lavorato e senza nessun difetto. E così,
fatte le forme e gittatolo di bronzo, venne benissimo, onde egli con

Bartoluccio suo padre lo rinettò con amore e pazienza tale, che non si
poteva condurre né finire meglio. E venuto il tempo che si aveva a vedere
a paragone, fu la sua e le altre di que' maestri finite del tutto, e date a
giudizio dell'Arte de' Mercatanti, per che, veduti tutti dai Consoli e da molti

altri cittadini, furono diversi i pareri che si fecero sopra di ciò. Erano
concorsi in Fiorenza molti forestieri, parte pittori e parte scultori et alcuni
orefici, i quali furono chiamati dai Consoli a dover dar giudizio di queste
opere insieme con gli altri di quel mestiero che abitavano in Fiorenza. Il

qual numero fu di 34 persone, e ciascuno nella sua arte peritissimo. E
quantunque fussino in fra di loro differenti di parere, piacendo a chi la
maniera di uno e chi quella di un altro, si accordavano nondimeno che
Filippo di ser Brunelesco e Lorenzo di Bartoluccio avessino e meglio e più

copiosa di figure migliori composta e finita la storia loro, che non aveva
fatto Donato la sua, ancora che anco in quella fusse gran disegno. In quella
di Iacopo della Quercia erano le figure buone, ma non avevano finezza, se
bene erano fatte con disegno e diligenza. L'opera di Francesco di

Valdambrina aveva buone teste et era ben rinetta, ma era nel
componimento confusa. Quella di Simon da Colle era un bel getto perché
ciò fare era sua arte, ma non aveva molto disegno. Il saggio di Niccolò
d'Arezzo, che era fatto con buona pratica, aveva le figure tozze et era mal

rinetto. Solo quella storia che per saggio fece Lorenzo, la quale ancora si
vede dentro all'udienza dell'Arte de' Mercatanti, era in tutte le parti
perfettissima: aveva tutta l'opera disegno et era benissimo composta; le
figure di quella maniera erano svelte e fatte con grazia et attitudini

bellissime, et era finita con tanta diligenza, che pareva fatta non di getto e
rinetto con ferri, ma col fiato. Donato e Filippo, visto la diligenza che
Lorenzo aveva usata nell'opera sua, si tiroron da un canto, e parlando fra
loro, risolverono che l'opera dovesse darsi a Lorenzo, parendo loro che il

publico et il privato sarebbe meglio servito, e Lorenzo, essendo giovanetto
che non passava 20 anni, arebbe nello esercitarsi a fare in quella
professione que' frutti maggiori che prometteva la bella storia, che egli a
giudizio loro aveva più degli altri eccellentemente condotta, dicendo che

sarebbe stato più tosto opera invidiosa a levargliela, che non era virtuosa a
   317   318   319   320   321   322   323   324   325   326   327