Page 318 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Gualfonda particolarmente, nell'orto che era de' Bartolini, è in un terrazzo,
di sua mano 4 storie in legname piene di guerre, cioè cavalli et uomini
armati, con portature di que' tempi bellissime; e fra gl'uomini è ritratto
Paulo Orsino, Ottobuono da Parma, Luca da Canale e Carlo Malatesti signor
di Rimini, tutti capitani generali di que' tempi. Et i detti quadri furono a'
nostri tempi, perché erano guasti et avevon patito, fatti racconciare da
Giuliano Bugiardini, che più tosto ha loro nociuto che giovato.
Fu condotto Paulo da Donato a Padova, quando vi lavorò, e vi dipinse
nell'entrata della casa de' Vitali di verde terra alcuni giganti che, secondo
ho trovato in una lettera latina che scrive Girolamo Campagnola a Messer
Leonico Tomeo filosofo, sono tanto belli che Andrea Mantegna ne faceva
grandissimo conto. Lavorò Paulo in fresco la volta de' Peruzzi a triangoli in
prospettiva, et in su' cantoni dipinse nelle quadrature i quattro Elementi e
a ciascuno fece un animale a proposito: alla terra una talpa, all'acqua un
pesce, al fuoco la salamandra et all'aria il camaleonte che ne vive e piglia
ogni colore. E perché non ne aveva mai veduti, fece un camello che apre la
bocca et inghiottisce aria empiendosene il ventre; simplicità certo
grandissima, alludendo per lo nome del camello a un animale che è simile
a un ramarro, secco e piccolo, col fare una bestiaccia disadatta e grande.
Grandi furono veramente le fatiche di Paulo nella pittura, avendo disegnato
tanto che lasciò a' suoi parenti, secondo che da loro medesimi ho ritratto,
le casse piene di disegni. Ma se bene il disegnar è assai, meglio è
nondimeno mettere in opera, poiché hanno maggior vita l'opere che le
carte disegnate. E se bene nel nostro libro de' disegni sono assai cose di
figure, di prospettive, d'uccelli e d'animali, belli a maraviglia, di tutti è
migliore un mazzocchio tirato con linee sole, tanto bello che altro che la
pacienza di Paulo non l'averebbe condotto. Amò Paulo, se bene era
persona stratta, la virtù degli artefici suoi, e perché ne rimanesse a' posteri
memoria, ritrasse di sua mano in una tavola lunga cinque uomini segnalati,
e la teneva in casa per memoria loro: l'uno era Giotto pittore, per il lume e
principio dell'arte, Filippo di ser Brunelleschi il secondo, per l'architettura,
Donatello per la scultura, e se stesso per la prospettiva et animali, e per la
matematica Giovanni Manetti suo amico, col quale conferiva assai e
ragionava delle cose di Euclide. Dicesi che essendogli dato a fare sopra la
porta di S. Tommaso in Mercato Vecchio, lo stesso Santo che a Cristo cerca
la piaga, che egli mise in quell'opera tutto lo studio che seppe, dicendo che
voleva mostrar in quella quanto valeva e sapeva. E così fece fare una
serrata di tavole, acciò nessuno potesse vedere l'opera sua se non quando
fusse finita. Per che, scontrandolo un giorno Donato tutto solo, gli disse: "E
che opera sia questa tua, che così serrata la tieni?"; al qual respondendo
Paulo disse: "Tu vedrai e basta". Non lo volle astrigner Donato a dir più