Page 313 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI PAULO UCCELLO PITTOR FIORENTINO



Paulo Uccello sarebbe stato il più leggiadro e capriccioso ingegno che
avesse avuto, da Giotto in qua, l'arte della pittura se egli si fusse affaticato
tanto nelle figure et animali, quanto egli si affaticò e perse tempo nelle

cose di prospettiva; le quali ancor che sieno ingegnose e belle, chi le segue
troppo fuor di misura, getta il tempo dietro al tempo, affatica la natura, e
l'ingegno empie di difficultà, e bene spesso di fertile e facile lo fa tornar

sterile e difficile, e se ne cava (da chi più attende a lei che alle figure) la
maniera secca e piena di proffili; il che genera il voler troppo minutamente
tritar le cose; oltre che bene spesso si diventa solitario, strano, malinconico
e povero, come Paulo Uccello, il quale, dotato dalla natura d'uno ingegno
sofistico e sottile, non ebbe altro diletto che d'investigare alcune cose di

prospettiva difficili et impossibili, le quali, ancor che capricciose fussero e
belle, l'impedirono nondimeno tanto nelle figure, che poi, invecchiando,
sempre le fece peggio. E non è dubbio che chi con gli studii troppo terribili

violenta la natura, se ben da un canto egli assottiglia l'ingegno, tutto quel
che fa non par mai fatto con quella facilità e grazia, che naturalmente
fanno coloro che temperatamente, con una considerata intelligenza piena
di giudizio, mettono i colpi a' luoghi loro, fuggendo certe sottilità, che più
presto recano a dosso all'opere un non so che di stento, di secco, di difficile

e di cattiva maniera, che muove a compassione chi le guarda, più tosto che
a maraviglia; atteso che l'ingegno vuol essere affaticato quando l'intelletto
ha voglia di operare, e che 'l furore è acceso, perché allora si vede uscirne

parti eccellenti e divini, e concetti maravigliosi. Paulo dunque andò, senza
intermettere mai tempo alcuno, dietro sempre alle cose dell'arte più
difficili; tanto che ridusse a perfezzione il modo di tirare le prospettive dalle
piante de' casamenti e da' profili degli edifizii condotti in sino alle cime
delle cornici e de' tetti, per via dell'intersecare le linee, facendo che le

scortassino e diminuissino al centro, per aver prima fermato o alto o basso,
dove voleva, la veduta dell'occhio; e tanto insomma si adoperò in queste
difficultà, che introdusse via modo e regola di mettere le figure in su' piani

dove elle posano i piedi e di mano in mano dove elle scortassino e
diminuendo a proporzione sfuggissino, il che prima si andava facendo a
caso. Trovò similmente il modo di girare le crociere e gli archi delle volte,
lo scortare de' palchi con gli sfondati delle travi, le colonne tonde per far in
un canto vivo del muro d'una casa, che nel canto si ripieghino e tirate in

prospettiva rompino il canto e lo faccia per il piano. Per le quali
considerazioni si ridusse a starsi solo e quasi salvatico, senza molte
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