Page 308 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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uomini delle nostre arti; ma per lo più è la regola in contrario, come si è
detto di sopra; come che il volgo migliore giudichi una certa delicatezza
esteriore et apparente, che poi manca nelle cose essenziali, ricoperte dalla
diligenza che il buono fatto con ragione e giudizio, ma non così di fuori
ripulito e lisciato.
Ma per tornare a Luca, finita la detta opera che piacque molto, gli fu
allogata la porta di bronzo della detta sagrestia, nella quale scompartì in
dieci quadri, cioè in cinque per parte, con fare in ogni quadratura delle
cantonate, nell'ornamento, una testa d'uomo; et in ciascuna testa variò,
facendovi giovani, vecchi, di mezza età, e chi con la barba e chi raso, et
insomma in diversi modi tutti belli in quel genere, onde il telaio di
quell'opera ne restò ornatissimo. Nelle storie poi de' quadri fece, per
cominciarmi di sopra, la Madonna col Figliuolo in braccio con bellissima
grazia, e nell'altro Iesù Cristo che esce del sepolcro; di sotto a questi, in
ciascuno dei primi quattro quadri, è una figura, cioè un Evangelista, e sotto
questi i quattro Dottori della Chiesa, che in varie attitudini scrivono. E tutto
questo lavoro è tanto pulito e netto, che è una maraviglia, e fa conoscere
che molto giovò a Luca essere stato orefice. Ma perché, fatto egli conto
dopo queste opere di quanto gli fusse venuto nelle mani e del tempo che in
farle aveva speso, conobbe che pochissimo aveva avanzato e che la fatica
era stata grandissima, si risolvette di lasciare il marmo et il bronzo e
vedere se maggior frutto potesse altronde cavare. Per che, considerando
che la terra si lavorava agevolmente con poca fatica, e che mancava solo
trovare un modo mediante il quale l'opere che in quella si facevano si
potessono lungo tempo conservare, andò tanto ghiribizzando che trovò
modo da diffenderle dall'ingiurie del tempo; per che, dopo avere molte
cose esperimentato, trovò che il dar loro una coperta d'invetriato addosso,
fatto con stagno, terra ghetta, antimonio et altri minerali e misture, cotte
al fuoco d'una fornace a posta, faceva benissimo questo effetto e faceva
l'opere di terra quasi eterne. Del quale modo di fare, come quello che ne fu
inventore, riportò lode grandissima e gliene averanno obligo tutti i secoli
che verranno. Essendogli dunque riuscito in ciò tutto quello che disiderava,
volle che le prime opere fussero quelle che sono nell'arco che è sopra la
porta di bronzo, che egli sotto l'organo di S. Maria del Fiore aveva fatta per
la sagrestia; nelle quali fece una Resurrezzione di Cristo tanto bella in quel
tempo che, posta su, fu come cosa veramente rara ammirata. Da che
mossi i detti Operai, vollono che l'arco della porta dell'altra sagrestia, dove
aveva fatto Donatello l'ornamento di quell'altro organo, fusse nella
medesima maniera da Luca ripieno di simili figure et opere di terra cotta;
onde Luca vi fece un Gesù Cristo che ascende in cielo, molto bello.
Ora, non bastando a Luca questa bella invenzione tanto vaga e tanto utile,