Page 304 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI NANNI D'ANTONIO DI BANCO SCULTORE
Nanni d'Antonio di Banco, il quale, come fu assai ricco di patrimonio, così
non fu basso al tutto di sangue, dilettandosi della scultura non solamente
non si vergognò d'impararla e di esercitarla, ma se lo tenne a gloria non
piccola, e vi fece dentro tal frutto che la sua fama durerà sempre, e tanto
più sarà celebrata quanto si saprà che egli attese a questa nobile arte non
per bisogno, ma per vero amore di essa virtù. Costui, il quale fu uno de'
discepoli di Donato, se bene è da me posto inanzi al maestro perché morì
molto inanzi a lui, fu persona alquanto tardetta, ma modesta, umile e
benigna nella conversazione.
È di sua mano in Fiorenza il San Filippo di marmo che è in un pilastro di
fuori dell'oratorio d'Or San Michele, la qual opera fu da prima allogata a
Donato dall'Arte de' Calzolai, e poi, per non essere stati con esso lui
d'accordo del prezzo, riallogata, quasi per far dispetto a Donato, a Nanni, il
quale promise che si pigliarebbe quel pagamento e non altro che essi gli
darebbono. Ma la bisogna non andò così, perché, finita la statua e condotta
al suo luogo, domandò dell'opera sua molto maggior prezzo che non aveva
fatto da principio Donato; per che, rimessa la stima di quella dall'una parte
e l'altra in Donato, credevano al fermo i consoli di quell'arte che egli per
invidia, non l'avendo fatta, la stimasse molto meno che s'ella fusse sua
opera; ma rimasero della loro credenza ingannati, perciò che Donato
giudicò che a Nanni fusse molto più pagata la statua che egli non aveva
chiesto. Al qual giudizio non volendo in modo niuno starsene i Consoli,
gridando dicevano a Donato: "Perché tu, che facevi questa opera per minor
prezzo, la stimi più essendo di man d'un altro e ci strigni a dargliene più
che egli stesso non chiede? E pur conosci, sì come noi altresì facciamo,
ch'ella sarebbe delle tue mani uscita molto migliore". Rispose Donato
ridendo: "Questo buon uomo non è nell'arte quello che sono io, e dura nel
lavorare molto più fatica di me, però sete forzati volendo sodisfarlo, come
uomini giusti che mi parete, pagarlo del tempo che vi ha speso".
E così ebbe effetto il lodo di Donato, nel quale n'avevano fatto
compromesso d'accordo ambe le parti. Questa opera posa assai bene e ha
buona grazia e vivezza nella testa; i panni non sono crudi e non sono se
non bene indosso alla figura accommodati. Sotto questa nicchia sono in
un'altra quattro Santi di marmo, i quali furono fatti fare al medesimo Nanni
dall'Arte de' Fabbri, Legnaiuoli e Muratori; e si dice che, avendoli finiti tutti
tondi e spiccati l'uno dall'altro e murata la nicchia, che a mala fatica non ve