Page 307 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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scarpello. Per lo che i detti Operai, che oltre ai meriti di Luca furono a ciò
fare persuasi da Messer Vieri de' Medici, allora gran cittadino popolare, il
quale molto amava Luca, gli diedero a fare l'anno 1405 l'ornamento di
marmo dell'organo che grandissimo faceva allora far l'Opera, per metterlo
sopra la porta della sagrestia di detto tempio. Della quale opera fece Luca
nel basamento in alcune storie, i cori della musica che in varii modi
cantano; e vi mise tanto studio e così bene gli riuscì quel lavoro, che,
ancora che sia alto da terra sedici braccia, si scorge il gonfiare delle gole di
chi canta, il battere delle mani da chi regge la musica in sulle spalle de'
minori, et insomma diverse maniere di suoni, canti, balli et altre azzioni
piacevoli che porge il diletto della musica. Sopra il cornicione poi di questo
ornamento, fece Luca due figure di metallo dorate, cioè due Angeli nudi,
condotti molto pulitamente, sì come è tutta l'opera, che fu tenuta cosa
rara; se bene Donatello, che poi fece l'ornamento dell'altro organo che è
dirimpetto a questo, fece il suo con molto più giudizio e pratica che non
aveva fatto Luca, come si dirà al luogo suo, per avere egli quell'opera
condotta quasi tutta in bozze e non finita pulitamente, acciò che apparisse
di lontano assai meglio, come fa, che quella di Luca, la quale, se bene è
fatta con buon disegno e diligenza, ella fa nondimeno con la sua pulitezza
e finimento, che l'occhio per la lontananza la perde e non la scorge bene
come si fa quella di Donato, quasi solamente abbozzata. Alla quale cosa
deono molto avere avvertenza gl'artefici perciò che la sperienza fa
conoscere che tutte le cose che vanno lontane, o siano pitture o siano
sculture o qualsivoglia altra somigliante cosa, hanno più fierezza e maggior
forza se sono una bella bozza che se sono finite; et oltre che la lontananza
fa questo effetto, pare anco che nelle bozze molte volte, nascendo in un
subito dal furore dell'arte, si sprima il suo concetto in pochi colpi, e che per
contrario lo stento e la troppa diligenza alcuna fiata toglia la forza et il
sapere a coloro che non sanno mai levare le mani dall'opera che fanno. E
chi sa che l'arti del disegno, per non dir la pittura solamente, sono alla
poesia simili, sa ancora che come le poesie dettate dal furore poetico sono
le vere e le buone e migliori che le stentate, così l'opere degli uomini
eccellenti nell'arti del disegno sono migliori quando sono fatte a un tratto
dalla forza di quel furore, che quando si vanno ghiribizzando a poco a poco
con istento e con fatica; e chi ha da principio, come si dee avere, nella idea
quello che vuol fare, camina sempre risoluto alla perfezzione con molta
agevolezza. Tuttavia, perché gl'ingegni non sono tutti d'una stampa, sono
alcuni ancora, ma rari, che non fanno bene se non adagio, e per tacere de'
pittori, fra i poeti si dice che il reverendissimo e dottissimo Bembo penò
tallora a fare un sonetto molti mesi e forse anni, se a coloro si può creder
che l'affermano; il che non è gran fatto che avvenga alcuna volta ad alcuni