Page 310 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Dopo le quali cose, cercò Luca di trovare il modo di dipignere le figure e le
storie in sul piano di terra cotta, per dar vita alle pitture, e ne fece
sperimento in un tondo, che è sopra il tabernacolo de' quattro Santi intorno
a Or San Michele, nel piano del quale fece in cinque luoghi gl'istrumenti et
insegne dell'arti de' fabricanti, con ornamenti bellissimi. E due altri tondi
fece nel medesimo luogo di rilievo, in uno per l'Arte degli Speziali una
Nostra Donna e nell'altro, per la Mercatanzia, un giglio sopra una balla, che
ha intorno un festone di frutti e foglie di varie sorti, tanto ben fatte che
paiono naturali e non di terra cotta dipinta. Fece ancora, per Messer
Benozzo Federighi, vescovo di Fiesole, nella chiesa di S. Brancazio, una
sepoltura di marmo, e sopra quella esso Federigo a giacere ritratto di
naturale e tre altre mezze figure; e nell'ornamento de' pilastri di
quell'opera dipinse nel piano certi festoni a mazzi di frutti e foglie sì vive e
naturali che col pennello in tavola non si farebbe altrimenti a olio; et invero
questa opera è maravigliosa e rarissima avendo in essa Luca fatto i lumi e
l'ombre tanto bene, che non pare quasi che a fuoco ciò sia possibile. E se
questo artefice fusse vivuto più lungamente che non fece, si sarebbono
anco vedute maggior cose uscire delle sue mani; perché, poco prima che
morisse, aveva cominciato a fare storie e figure dipinte in piano, delle quali
vidi già io alcuni pezzi in casa sua, che mi fanno credere che ciò gli sarebbe
agevolmente riuscito, se la morte, che quasi sempre rapisce i migliori
quando sono per fare qualche giovamento al mondo, non l'avesse levato,
prima che bisogno non era, di vita.
Rimase, dopo Luca, Ottaviano et Agostino suoi fratelli e d'Agostino nacque
un altro Luca, che fu ne' suoi tempi litteratissimo. Agostino dunque,
seguitando dopo Luca l'arte, fece in Perugia l'anno 1461 la facciata di S.
Bernardino e dentrovi tre storie di basso rilievo e quattro figure tonde
molto ben condotte e con delicata maniera. Et in questa opera pose il suo
nome con queste parole: Augustini florentini lapicidae.
Della medesima famiglia, Andrea nipote di Luca lavorò di marmo
benissimo, come si vede nella capella di S. Maria delle Grazie fuor d'Arezzo,
dove per la comunità fece in un grande ornamento di marmo molte
figurette e tonde e di mezzo rilievo, in un ornamento, dico, a una Vergine
di mano di Parri di Spinello Aretino. Il medesimo fece di terra cotta, in
quella città, la tavola della capella di Puccio di Magio in S. Francesco, e
quella della Circoncisione per la famiglia de' Bacci. Similmente in S. Maria
in Grado è di sua mano una tavola bellissima con molte figure, e nella
compagnia della Trinità, all'altar maggiore, è di sua mano, in una tavola,
un Dio Padre che sostiene con le braccia Cristo crucifisso circondato da una
moltitudine d'angeli, e da basso San Donato e S. Bernardo ginocchioni.
Similmente nella chiesa et in altri luoghi del Sasso della Vernia fece molte