Page 326 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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San Michele dirimpetto a l'Arte della Lana, et aveva a esser un San Matteo
d'altezza del S. Giovanni sopra detto. Onde l'allogorono a Lorenzo che la
condusse a perfezzione, e fu lodata molto più che il San Giovanni, avendola
fatta più alla moderna. La quale statua fu cagione che i Consoli dell'Arte
della Lana deliberorono che e' facesse nel medesimo luogo, nell'altra
nicchia allato a quella, una statua di metallo medesimamente, che fusse
alta alla medesima proporzione dell'altre due, in persona di S. Stefano loro
avvocato. Et egli la condusse a fine e diede una vernice al bronzo molto
bella. La quale statua non manco satisfece che avesse[ro] fatto l'altre
opere già lavorate da lui. Essendo generale de' frati predicatori in quel
tempo Messer Lionardo Dati, per lassare di sé memoria in S. Maria Novella,
dove egli aveva fatto professione, et alla patria, fece fabbricare a Lorenzo
una sepoltura di bronzo e sopra quella sé a ghiacere morto, ritratto di
naturale; e da questa, che piacque e fu lodata, ne nacque una che fu fatta
fare in S. Croce da Lodovico degli Albizi e da Niccolò Valori. Dopo queste
cose, volendo Cosimo e Lorenzo de' Medici onorare i corpi e reliquie de' tre
martiri Proto, Iacinto e Nemesio, fattigli venire di Casentino, dove erano
stati in poca venerazione molti anni, fecero fare a Lorenzo una cassa di
metallo, dove nel mezzo sono due Angeli di basso rilievo che tengono una
ghirlanda d'ulivo, dentro la quale sono i nomi de' detti martiri; et in detta
cassa fecero porre le dette reliquie e la collocarono nella chiesa del
monasterio degl'Angeli di Firenze, con queste parole da basso dalla banda
della chiesa de' monaci, intagliate in marmo: "Clarissimi viri Cosmas et
Laurentius fratres, neglectas diu sanctorum reliquias martirum, religioso
studio ac fidelissima pietate suis sumptibus aereis loculis condendas,
colendasque curarunt". E dalla banda di fuori, che riesce nella chiesetta
verso la strada, sotto un'arme di palle, sono nel marmo intagliate queste
altre parole: "Hic condita sunt corpora sanctorum Christi martirum Prothi et
Hyacinthi et Nemesii, Anno Domini 1428". E da questa, che riuscì molto
onorevole, venne volontà agli Operai di S. Maria del Fiore di far fare la
cassa e sepoltura di metallo per mettervi il corpo di S. Zanobi, vescovo di
Firenze, la quale fu di grandezza di braccia tre e mezzo et alta due. Nella
quale fece oltra il garbo della cassa, con diversi e varii ornamenti, nel
corpo di essa cassa dinanzi una storia quando esso San Zanobi risuscita il
fanciullo lasciatoli in custodia dalla madre, morendo egli, mentre che ella
era in peregrinaggio. In un'altra v'è quando un altro è morto dal carro e
quando e' risuscita l'uno de' due famigli mandatoli da Santo Ambruogio,
che rimase morto uno in su le Alpi, l'altro v'è che se ne duole alla presenza
di San Zanobi che, venutoli compassione, disse: "Va', che e' dorme, tu lo
troverrai vivo". E nella parte di dietro sono sei Angioletti che tengono una
ghirlanda di foglie d'olmo, nella quale son lettere intagliate in memoria e