Page 331 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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graziose arie di ciascun sesso, parimente osservato il decoro in tutta
l'opera: ne' vecchi la gravità, e ne' giovani la leggiadria e la grazia. Et
invero si può dire che questa opera abbia la sua perfezione in tutte le cose,
e che ella sia la più bella opera del mondo e che si sia vista mai fra gli

antichi e moderni. E ben debbe essere veramente lodato Lorenzo, da che
un giorno Michelagnolo Buonarroti, fermatosi a veder questo lavoro, e
dimandato quel che gliene paresse e se queste porte eron belle, rispose:
"Elle son tanto belle, che elle starebbon bene alle porte del Paradiso": lode

veramente propria e detta da chi poteva giudicarla. E ben le poté Lorenzo
condurre, avendovi, dall'età sua di venti anni che le cominciò, lavorato su
quaranta anni con fatiche via più che estreme.

Fu aiutato Lorenzo in ripulire e nettare questa opera, poi che fu gettata, da
molti, allora giovani, che poi furono maestri eccellenti, cioè da Filippo
Brunelleschi, Masolino da Panicale, Niccolò Lamberti, orefici; Parri Spinelli,

Antonio Filareto, Paulo Uccello, Antonio del Pollaiuolo, che allora era
giovanetto, e dal molti altri; i quali, praticando insieme intorno a quel
lavoro e conferendo, come si fa, stando in compagnia, giovarono non meno
a sé stessi, che a Lorenzo. Al quale, oltre al pagamento che ebbe da'

Consoli, donò la Signoria un buon podere vicino alla Badia di Settimo. Né
passò molto che fu fatto de' Signori et onorato del supremo magistrato
della città. Nel che tanto meritano di essere lodati i Fiorentini di
gratitudine, quanto biasimati di essere stati verso altri uomini eccellenti

della loro patria poco grati.

Fece Lorenzo dopo questa stupendissima opera l'ornamento di bronzo alla
porta del medesimo tempio che è dirimpetto alla Misericordia con quei
maravigliosi fogliami i quali non potette finire, sopragiugnendoli
inaspettatamente la morte quando dava ordine, e già aveva quasi fatto il
modello, di rifare la detta porta che già aveva fatta Andrea Pisano, il quale

modello è oggi andato male, e lo vidi già, essendo giovanetto, in borgo
Allegri, prima che dai descendenti di Lorenzo fusse lasciato andar male.

Ebbe Lorenzo un figliuolo chiamato Bonacorso, il quale finì di sua mano il
fregio e quell'ornamento rimaso imperfetto, con grandissima diligenza;
quell'ornamento, dico, il quale è la più rara e maravigliosa cosa che si
possa veder di bronzo. Non fece poi Bonacorso, perché morì giovane,

molt'opere come arebbe fatto, essendo a lui rimaso il segreto di gettar le
cose in modo che venissono sottili, e con esso la sperienza et il modo di
straforare il metallo in quel modo che si veggiono essere le cose lasciate

da Lorenzo; il quale, oltre le cose di sua mano, lasciò agl'eredi molte
anticaglie di marmo e di bronzo, come il letto di Policleto che era cosa
rarissima, una gamba di bronzo grande quanto è il vivo, et alcune teste di
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