Page 363 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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modello di Filippo e non gli avendo mai dimandato che ordine e' volesse
tenere, per non parer ignorante, stava sopra di sé nel parlare di questa
cosa e rispondeva tutte parole dubbie, massimamente sapendo essere in
questa opera contra la voluntà di Filippo. Al quale durato già più di dua

giorni il male, et andato a vederlo il proveditore dell'Opera et assai
capomaestri muratori, di continuo li domandavano che dicesse quello che
avevono a fare. Et egli: "Voi avete Lorenzo, faccia un poco egli". Né altro si
poteva cavare. Laonde, sentendosi questo, nacque parlamenti e giudizi di

biasimo grandi sopra questa opera: chi diceva che Filippo si era messo nel
letto per il dolore che non gli bastava l'animo di voltarla; e ch'e' si pentiva
d'essere entrato in ballo. Et i suoi amici lo difendevano, dicendo esser, se
pure era il dispiacere, la villania dell'avergli dato Lorenzo per compagno;

ma che il suo era mal di fianco, causato dal molto faticarsi per l'opera.
Così dunque rumoreggiandosi, era fermo il lavoro, e quasi tutte le opere

de' muratori e scarpellini si stavano; e mormorando contro a Lorenzo
dicevano: "Basta ch'e' gli è buono a tirare il salario, ma a dare ordine ch'e'
si lavori, no. O se Filippo non ci fusse, o se egli avessi mal lungo, come
farebbe egli? Che colpa è la sua, se egli sta male?". Gli Operai vistosi in

vergogna per questa pratica, deliberorono d'andare a trovar Filippo; et
arrivati, confortatolo prima del male, gli dicono in quanto disordine si
trovava la fabbrica et in quanto travaglio gli avesse messo il mal suo. Per il
che Filippo con parole appassionate, e dalla finzione del male, e dell'amore

dell'opera: "O non ci è egli" disse, "Lorenzo? Che non fa egli? Io mi
maraviglio pur di voi". Allora gli risposono gli Operai: "E' non vuol far niente
senza di te". Rispose loro Filippo: "Lo farei ben io senza lui". La qual
risposta argutissima e doppia bastò loro; e partiti, conobbono che egli

aveva male di voler far solo. Mandarono dunque amici suoi a cavarlo del
letto, con intenzione di levar Lorenzo dell'opera; e così venuto Filippo in su
la fabbrica, vedendo lo sforzo del favore in Lorenzo, e che egli arebbe il
salario senza far fatica alcuna, pensò a un altro modo per scornarlo e per

publicarlo interamente per poco intendente in quel mestiero; e fece questo
ragionamento agli Operai, presente Lorenzo: "Signori Operai, il tempo che
ci è prestato di vivere, se egli stesse a posta nostra come il poter morire,
non è dubbio alcuno che molte cose che si cominciano, resterebbono finite,

dove elleno rimangono imperfette; il mio accidente, del male che ho
passato, poteva tormi la vita e fermare questa opera; però, acciò che se
mai più io ammalassi o Lorenzo, che Dio ne lo guardi, possa l'uno o l'altro
seguitare la sua parte, ho pensato che così come le Signorie Vostre ci

hanno diviso il salario, ci dividino ancora l'opera, acciò che spronati dal
mostrare ognuno quel che sa, possa sicuramente acquistar onore et utile
appresso a questa republica. Sono adunque due cose le difficili, che al
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