Page 359 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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modello o il disegno. E così fu risoluto ch'egli avesse carico di condurre
questa opera, e dettoli che ne informasse meglio i Consoli e gli Operai.
Andatosene dunque a casa, in sur un foglio scrisse l'animo suo più
apertamente che poteva per darlo al magistrato in questa forma:
"Considerato le difficultà di questa fabbrica, magnifici Signori Operai, trovo
che non si può per nessun modo volgerla tonda perfetta, atteso che
sarebbe tanto grande il piano di sopra, dove va la lanterna, che mettendovi
peso rovinerebbe presto. Però mi pare che quegli architetti che non hanno
l'occhio all'eternità della fabrica, non abbino amore alle memorie, né
sappiano per quel che elle si fanno. E però mi risolvo girar di dentro questa
volta a spicchi come stanno le facce e darle la misura et il sesto del quarto
acuto: perciò che questo è un sesto che girato sempre pigne allo in su, e
caricatolo con la lanterna, l'uno con l'altro la farà durabile. E vuole esser
grossa, nella mossa da piè braccia tre e tre quarti, et andare
piramidalmente strignendosi di fuora per fino dove ella si serra e dove ha a
essere la lanterna. E la volta vuole essere congiunta alla grossezza di
braccia uno et un quarto; poi farassi dal lato di fuora un'altra volta, che da
piè sia grossa braccia due e mezzo, per conservare quella di dentro da
l'acqua. La quale anco piramidalmente diminuisca a proporzione, in modo
che si congiunga al principio della lanterna, come l'altra, tanto che sia in
cima la sua grossezza duoi terzi. Sia per ogni angolo uno sprone, che
saranno otto in tutto; et in ogni faccia due, cioè nel mezzo di quella, che
vengono a essere sedici; e dalla parte di dentro e di fuori nel mezzo di
detti angoli, in ciascheduna faccia, siano due sproni, ciascuno grosso da piè
braccia quattro. E lunghe vadino insieme le dette due volte,
piramidalmente murate, insino alla sommità dell'occhio chiuso dalla
lanterna, per eguale proporzione. Facciansi poi ventiquattro sproni con le
dette volte murati intorno, e sei archi di macigni forti e lunghi, bene
sprangati di ferri, i quali sieno stagnati, e sopra detti macigni, catene di
ferro, che cinghino la detta volta con loro sproni. Hassi a murare di sodo,
senza vano, nel principio l'altezza di braccia cinque et un quarto, e di poi
seguitar gli sproni, e si dividino le volte. Il primo e secondo cerchio da piè,
sia rinforzato per tutto, con macigni lunghi per il traverso, sì che l'una volta
e l'altra della cupola si posi in sui detti macigni. E nella altezza d'ogni
braccia IX delle dette volte, siano volticciuole tra l'uno sprone e l'altro con
catene di legno di quercia grosse, che leghino i detti sproni che reggono la
volta di dentro: e siano coperte poi dette catene di quercia, con piastre di
ferro per l'amor delle salite. Gli sproni murati tutti di macigni e di pietra
forte, e similmente le facce della cupola tutte di pietra forte, legate con gli
sproni fino all'altezza di braccia ventiquattro, e da indi in su si muri di
mattoni, o vero di spugna, secondo che si delibererà per chi l'averà a fare,