Page 360 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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più leggieri che egli potrà. Facciasi di fuori un andito sopra gl'occhi, che sia
di sotto ballatoio, con parapetti straforati d'altezza di braccia due,
all'avenante di quelli delle tribunette di sotto; o veramente due anditi l'un
sopra l'altro in sur una cornice bene ornata, e l'andito di sopra sia scoperto.
L'acque della cupola terminino in su una ratta di marmo larga un terzo, e
getti l'acqua dove di pietra forte sarà murato sotto la ratta; facciansi otto
coste di marmo agli angoli nella superficie della cupola di fuori, grossi
come si richiede et alti un braccio sopra la cupola, scorniciato a tetto, largo
braccia due che vi sia del colmo e della gronda da ogni parte; muovansi
piramidali dalla mossa loro, per infino alla fine. Murinsi le cupole nel modo
di sopra, senza armadure, per fino a braccia trenta, e da indi in su in quel
modo che sarà consigliato, per que' maestri che l'averano a murare; perché
la pratica insegna quel che si ha a seguire".
Finito che ebbe Filippo di scrivere quanto di sopra, andò la mattina al
magistrato, e dato loro questo foglio, fu considerato da loro il tutto; et
ancora che eglino non ne fussino capaci, vedendo la prontezza dell'animo
di Filippo e che nessuno degli altri architetti non andava con miglior
gambe, per mostrare egli una sicurtà manifesta nel suo dire col replicare
sempre il medesimo in sì fatto modo, che pareva certamente che egli ne
avessi volte dieci, tiratisi da parte i Consoli, consultorono di dargliene; ma
che arebbono voluto vedere un poco di sperienza, come si poteva volger
questa volta senza armadura, perché tutte l'altre cose approvavono. Al
quale disiderio fu favorevole la fortuna, perché avendo già voluto
Bartolomeo Barbadori far fare una cappella in S. Filicita e parlatone con
Filippo, egli v'aveva messo mano e fatto voltar senza armadura quella
capella ch'è nello entrare in chiesa a man ritta, dove è la pila dell'acqua
santa, pur di sua mano; e similmente in que' dì ne fece voltare un'altra in
S. Iacopo sopr'Arno per Stiatta Ridolfi, allato alla cappella dell'altar
maggiore. Le quali furon cagione che gli fu dato più credito che alle parole.
E così, assicurati i Consoli e gli Operai per lo scritto e per l'opera che
avevano veduta, gli allogorono la cupola, facendolo capo maestro
principale per partito di fave. Ma non gliene obligarono se non braccia
dodici d'altezza, dicendoli che volevano vedere come riusciva l'opera; e che
riuscendo come egli diceva loro, non mancherebbono fargli allogagione del
resto. Parve cosa strana a Filippo il vedere tanta durezza e diffidenza ne'
Consoli et Operai; e se non fusse stato che sapeva che egli era solo per
condurla, non ci arebbe messo mano; pur, come disideroso di conseguire
quella gloria, la prese e di condurla a fine perfettamente si obligò. Fu fatto
copiare il suo foglio in su un libro dove il proveditore teneva i debitori et i
creditori de' legnami e de' marmi, con l'obligo su detto; facendoli la
provisione medesima per partito di quelle paghe che avevano fino allora