Page 364 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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presente si hanno a mettere in opera: l'una è i ponti, perché i muratori
possino murare, che hanno a servire dentro e di fuori della fabrica, dove è
necessario tener su uomini, pietre e calcina, e che vi si possa tener su la
burbera da tirar pesi, e simili altri strumenti; e l'altra è la catena, che si ha

a mettere sopra le dodici braccia, che venga legando le otto facce della
cupola et incatenando la fabrica, che tutto il peso che di sopra si pone,
stringa e serri, di maniera che non sforzi o allarghi il peso, anzi egualmente
tutto lo edifizio resti sopra di sé. Pigli Lorenzo, adunque, una di queste

parte, quale egli più facilmente creda esequire, che io l'altra senza dificultà
mi proverò di condurre, acciò non si perda più tempo". Ciò udito fu forzato
Lorenzo non ricusare per l'onore suo uno di questi lavori, et ancora che mal
volentieri lo facesse, si risolvé a pigliar la catena, come cosa più facile,

fidandosi ne' consigli de' muratori et in ricordarsi che nella volta di S.
Giovanni di Fiorenza era una catena di pietra, dalla quale poteva trarre
parte, se non tutto l'ordine. E così l'uno messo mano a' ponti, l'altro alla
catena, l'uno e l'altro finì. Erano i ponti di Filippo fatti con tanto ingegno et

industria, che fu tenuto veramente in questo il contrario di quello che per lo
adietro molti si erano immaginati, perché così sicuramente vi lavoravano i
maestri e tiravono pesi e vi stavano sicuri, come se nella piana terra
fussino; e ne rimase i modelli di detti ponti nell'opera. Fece Lorenzo, in una

dell'otto facce, la catena con grandissima difficultà; e finita fu dagli Operai
fatta vedere a Filippo, il quale non disse loro niente, ma con certi amici
suoi ne ragionò, dicendo che bisognava altra legatura che quella, e
metterla per altro verso che non avevano fatto, e che al peso che vi

andava sopra non era sufficiente, perché non stringeva tanto che fusse a
bastanza, e che la provisione che si dava a Lorenzo era, insieme con la
catena che egli aveva fatta murare, gittata via. Fu inteso l'umore di Filippo
e li fu commesso che e' mostrassi come si arebbe a fare che tal catena

adoperasse. Onde, avendo egli già fatto disegni e modelli, subito gli
mostrò, e veduti dagli Operai e dagli altri maestri, fu conosciuto in che
errore erano cascati per favorire Lorenzo; e volendo mortificare questo
errore, e mostrare che conoscevano il buono, feciono Filippo governatore e

capo a vita di tutta la fabbrica, e che non si facesse di cosa alcuna in quella
opera se non il voler suo; e per mostrare di riconoscerlo li donorono cento
fiorini, stanziati per i Consoli et Operai sotto dì 13 d'agosto 1423 per mano
di Lorenzo Pauli notaio dell'Opera, a uscita di Gherardo di Messer Filippo

Corsini, e li feciono provisione per partito, di fiorini cento l'anno per sua
provisione a vita. Così, dato ordine a far camminare la fabbrica, la
seguitava con tanta obedienza e con tanta accuratezza, che non si sarebbe
murata una pietra che non l'avesse voluta vedere. Dall'altra parte Lorenzo,

trovandosi vinto e quasi svergognato, fu da' suoi amici favorito et aiutato
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