Page 369 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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sì per l'affezzione che portava a don Timoteo da Verona, eccellentissimo
predicator di quell'ordine, la cui conversazione per meglio poter godere,
fece anco molte stanze per sé proprio in quel monasterio, e vi abitava a
suo commodo. Spese Cosimo in questo edifizio, come si vede in una
inscrizzione, centomila scudi.
Disegnò similmente il modello della fortezza di Vico Pisano: et a Pisa
disegnò la cittadella vecchia. E per lui fu fortificato il ponte a mare, et egli
similmente diede il disegno alla cittadella nuova del chiudere il ponte con
le due torri. Fece similmente il modello della fortezza del porto di Pesero. E
ritornato a Milano, disegnò molte cose per il Duca e per il Duomo di detta
città a' maestri di quello. Era in questo tempo principiata la chiesa di S.
Lorenzo di Fiorenza per ordine de' popolani, i quali avevano il priore fatto
capo maestro di quella fabbrica, persona che faceva professione
d'intendersi e si andava dilettando dell'architettura per passatempo. E già
avevano cominciata la fabbrica di pilastri di mattoni, quando Giovanni di
Bicci de' Medici, il quale aveva promesso a' popolani et al priore di far fare
a sue spese la sagrestia et una cappella, diede desinare una mattina a
Filippo, e doppo molti ragionamenti, li dimandò del principio di S. Lorenzo e
quel che gli pareva. Fu costretto Filippo da' prieghi di Giovanni a dire il
parer suo; e per dirli il vero lo biasimò in molte cose, come ordinato da
persona che aveva forse più lettere che sperienza di fabbriche di quella
sorte. Laonde Giovanni dimandò a Filippo se si poteva far cosa migliore, e
di più bellezza; a cui Filippo disse: "Senza dubbio, e mi maraviglio di voi,
che essendo capo non diate bando a parecchi migliaia di scudi, e facciate
un corpo di chiesa con le parti convenienti et al luogo et a tanti nobili
sepoltuarii, che vedendovi cominciare, seguiteranno le lor cappelle, con
tutto quel che potranno; e massimamente che altro ricordo di noi non
resta, salvo le muraglie che rendono testimonio di chi n'è stato autore,
centinaia e migliaia d'anni". Inanimito Giovanni dalle parole di Filippo,
deliberò fare la sagrestia e la cappella maggiore, insieme con tutto il corpo
della chiesa, se bene non volsono concorrere altri che sette casati, appunto
perché gli altri non avevano il modo. E furono questi: Rondinelli, Ginori,
dalla Stufa, Neroni, Ciai, Marignolli, Martelli e Marco di Luca; e queste
cappelle si avevono a fare nella croce. La sagrestia fu la prima cosa a
tirarsi inanzi e la chiesa poi di mano in mano. E per la lunghezza della
chiesa, si venne a concedere poi di mano in mano le altre cappelle a'
cittadini pur popolani. Non fu finita di coprire la sagrestia, che Giovanni de'
Medici passò a l'altra vita, e rimase Cosimo suo figliuolo. Il quale avendo
maggior animo che il padre, dilettandosi delle memorie, fece seguitar
questa la quale fu la prima cosa che egli facesse murare, e gli recò tanta
delettazione, che egli, da quivi inanzi, sempre fino alla morte fece murare.