Page 371 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 371
mai favellato ad uomo di maggior intelligenza et animo di Filippo.
Fece ancora il modello del bizzarrissimo tempio degl'Angeli per la nobile
famiglia degli Scolari; il quale rimase imperfetto e nella maniera che oggi si
vede, per avere i Fiorentini spesi i danari, che per ciò erano in sul Monte, in
alcuni bisogni della città, o come alcuni dicono, nella guerra che già ebbero
co' Lucchesi. Nel quale spesero ancora i danari che similmente erano stati
lasciati per far la Sapienza, da Niccolò da Uzzano, come in altro luogo si è a
lungo raccontato. E nel vero, se questo tempio degli Angeli si finiva
secondo il modello del Brunellesco, egli era delle più rare cose d'Italia:
perciò che quello che se ne vede non si può lodar a bastanza. Le carte
della pianta e del finimento del quale tempio a otto facce, di mano di
Filippo, è nel nostro libro, con altri disegni del medesimo. Ordinò anco
Filippo a Messer Luca Pitti fuor della porta a San Niccolò di Fiorenza in un
luogo detto Ruciano, un ricco e magnifico palazzo; ma non già a gran pezza
simile a quello che per lo medesimo cominciò in Firenze e condusse al
secondo finestrato, con tanta grandezza e magnificenza, che d'opera
toscana non si è anco veduto il più raro né il più magnifico. Sono le porte di
questo doppie, la luce braccia sedici, e la larghezza otto; le prime e le
seconde finestre simili in tutto alle porte medesime. Le volte sono doppie,
e tutto l'edifizio in tanto artifizioso che non si può imaginar né più bella né
più magnifica architettura. Fu esecutore di questo palazzo Luca Fancelli
architetto fiorentino, che fece per Filippo molte fabbriche, e per Leon
Battista Alberti la cappella maggiore della Nunziata di Firenze, a Lodovico
Gonzaga; il quale lo condusse a Mantova, dove egli vi fece assai opere, e
quivi tolse donna e vi visse e morì, lasciando agli eredi che ancora dal suo
nome si chiamano i Luchi. Questo palazzo comperò, non sono molti anni,
l'illustrissima signora Leonora di Tolledo, duchessa di Fiorenza, per
consiglio dell'illustrissimo signor duca Cosimo, suo consorte. E vi si allargò
tanto intorno, che vi ha fatto un giardino grandissimo, parte in piano e
parte in monte e parte in costa; e l'ha ripieno con bellissimo ordine di tutte
le sorti arbori domestici e salvatichi, e fattovi amenissimi boschetti
d'infinite sorti verzure che verdeggiano d'ogni tempo, per tacere l'acque, le
fonti, i condotti, i vivai, le frasconaie e le spalliere, et altre infinite cose
veramente da magnanimo principe; le quali tacerò, perché non è possibile
che chi non le vede le possa immaginar mai di quella grandezza e bellezza
che sono. E di vero al duca Cosimo non poteva venire alle mani alcuna
cosa più degna della potenza e grandezza dell'animo suo di questo
palazzo; il quale pare che veramente fusse edificato da Messer Luca Pitti
per sua eccellenza illustrissima col disegno del Brunellesco. Lo lasciò
Messer Luca imperfetto per i travagli che egli ebbe per conto dello stato; e
gli eredi, perché non avevano modo a finirlo, acciò non andasse in rovina,