Page 370 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Sollecitava Cosimo questa opera con più caldezza, e mentre si imbastiva
una cosa, faceva finire l'altra. Et avendo preso per ispasso questa opera, ci
stava quasi del continuo. E causò la sua sollecitudine, che Filippo fornì la
sagrestia, e Donato fece gli stucchi, e così a quelle porticciuole l'ornamento

di pietra e le porte di bronzo. E fece far la sepoltura di Giovanni suo padre,
sotto una gran tavola di marmo retta da quattro balaustri in mezzo della
sagrestia, dove si parano i preti: e per quelli di casa sua nel medesimo
luogo fece separata la sepoltura delle femmine da quella de' maschi. Et in

una delle due stanzette, che mettono in mezzo l'altare della detta
sagrestia, fece in un canto un pozzo et il luogo per un lavamani. Et
insomma in questa fabbrica si vede ogni cosa fatta con molto giudizio.
Avevano Giovanni e quegli altri ordinato fare il coro nel mezzo, sotto la

tribuna: Cosimo lo rimutò col voler di Filippo, che fece tanto maggiore la
cappella grande, che prima era ordinata una nicchia più piccola, che e' vi si
potette fare il coro come sta al presente; e finita, rimase a fare la tribuna
del mezzo, et il resto della chiesa. La qual tribuna et il resto non si voltò se

non doppo la morte di Filippo. Questa chiesa è di lunghezza braccia 144 e
vi si veggono molti errori, ma fra gl'altri quello delle colonne messe nel
piano, senza mettervi sotto un dado, che fusse tanto alto quanto era il
piano delle base de' pilastri posati in su le scale; cosa, che al vedere il

pilastro più corto che la colonna, fa parere zoppa tutta quell'opera. E di
tutto furono cagione i consigli di chi rimase doppo lui, che avevono invidia
al suo nome, e che in vita gli avevano fatto i modelli contro, de' quali
nientedimeno erano stati, con sonetti fatti da Filippo, svergognati; e doppo

la morte, con questo se ne vendicorono non solo in questa opera, ma in
tutte quelle che rimasono da lavorarsi per loro. Lasciò il modello, e parte
della calonaca de' preti di esso San Lorenzo finita, nella quale fece il
chiostro lungo braccia 144.

Mentre che questa fabbrica si lavorava, Cosimo de' Medici voleva far fare il
suo palazzo, e così ne disse l'animo suo a Filippo; che posto ogni altra cura

da canto, gli fece un bellissimo e gran modello per detto palazzo, il quale
situar voleva dirimpetto a S. Lorenzo su la piazza intorno intorno isolato.
Dove l'artificio di Filippo s'era talmente operato, che, parendo a Cosimo
troppo suntuosa e gran fabbrica, più per fuggire l'invidia che la spesa,

lasciò di metterla in opera. E mentre che il modello lavorava, soleva dire
Filippo che ringraziava la sorte di tale occasione, avendo a fare una casa,
di che aveva avuto desiderio molti anni, et essersi abbattuto a uno che la
voleva e poteva fare. Ma intendendo poi la resoluzione di Cosimo, che non

voleva tal cosa mettere in opera, con isdegno in mille pezzi ruppe il
disegno. Ma bene si pentì Cosimo di non avere seguito il disegno di Filippo,
poi che egli ebbe fatto quell'altro; il qual Cosimo soleva dire che non aveva
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