Page 375 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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sulla piazza d'Ogni Santi, sopra Arno. Dopo, disegnando i capitani di Parte
Guelfa di Firenze di fare uno edifizio et in quello una sala et una udienza
per quello magistrato, ne diedero cura a Francesco della Luna, il quale,
cominciato l'opera, l'aveva già alzata da terra dieci braccia e fattovi molti
errori, quando ne fu dato cura a Filippo, il quale ridusse il detto palazzo a
quella forma e magnificenza che si vede. Nel che fare ebbe a competere
con il detto Francesco che era da molti favorito sì come sempre fece
mentre che visse, or con questo, et or [con] quello, che facendogli guerra
lo travagliarono sempre, e bene spesso cercavano di farsi onore con i
disegni di lui. Il quale infine si ridusse a non mostrare alcuna cosa et a non
fidarsi di nessuno. La sala di questo palazzo oggi non serve più ai detti
capitani di Parte perché avendo il diluvio dell'anno 1557 fatto gran danno
alle scritture del Monte, il signor duca Cosimo, per maggior sicurezza delle
dette scritture che sono di grandissima importanza, ha ridotta quella et il
magistrato insieme, nella detta sala. E acciò che la scala vecchia di questo
palazzo serva al detto magistrato de' capitani, il quale separatosi dalla
detta sala, che serve al Monte, si è in un'altra parte di quel palazzo ritirato,
fu fatta da Giorgio Vasari, di commessione di sua eccellenza, la
commodissima scala che oggi va in su la detta sala del Monte. Si è fatto
similmente, col disegno del medesimo, un palco a quadri, e fattolo posare,
secondo l'ordine di Filippo, sopra alcuni pilastri acanalati di macigno.
Era una quaresima, in S. Spirito di Fiorenza, stato predicato da maestro
Francesco Zoppo, allora molto grato a quel popolo e raccomandato molto il
convento, lo studio de' giovani e particularmente la chiesa arsa in que' dì;
onde i capi di quel quartiere, Lorenzo Ridolfi, Bartolomeo Corbinelli, Neri di
Gino Capponi e Goro di Stagio Dati et altri infiniti cittadini ottennero da la
Signoria di ordinar che si rifacesse la chiesa di S. Spirito, e ne feciono
provveditore Stoldo Frescobaldi. Il quale per lo interesso che egli aveva
nella chiesa vecchia, ché la capella e l'altare maggiore era di casa loro, vi
durò grandissima fatica. Anzi da principio, inanzi che si fussino riscossi i
danari, secondo che erano tassati i sepultuarii e chi ci aveva cappelle, egli
di suo spese molte migliaia di scudi, de' quali fu rimborsato. Fatto dunque
consiglio sopra di ciò, fu mandato per Filippo, il quale facesse un modello
con tutte quelle utili et onorevoli parti che si potesse e convenissero a un
tempio cristiano; laonde egli si sforzò che la pianta di quello edifizio si
rivoltasse capo piedi, perché desiderava sommamente che la piazza
arrivasse lungo Arno, acciò che tutti quelli che di Genova e de la Riviera, e
di Lunigiana, del Pisano e del Luchese passassero di quivi, vedessino la
magnificenza di quella fabbrica; ma perché certi, per non rovinare le case
loro, non vollono, il disiderio di Filippo non ebbe effetto.
Egli dunque fece il modello della chiesa et insieme quello dell'abitazione