Page 379 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 379









VITA DI DONATO SCULTORE FIORENTINO



Donato, il quale fu chiamato dai suoi Donatello e così si sottoscrisse in
alcune delle sue opere, nacque in Firenze l'anno 1383. E dando opera
all'arte del disegno, fu non pure scultore rarissimo e statuario maraviglioso,

ma pratico negli stucchi, valente nella prospettiva, e nell'architettura molto
stimato. Et ebbono l'opere sue tanta grazia, disegno e bontà, ch'oltre
furono tenute più simili all'eccellenti opere degl'antichi Greci e Romani, che
quelle di qualunche altro fusse già mai; onde a gran ragione se gli dà
grado del primo che mettesse in buono uso l'invenzione delle storie ne'

bassi rilievi. I quali da lui furono talmente operati, che alla considerazione
che egli ebbe in quelli, alla facilità et al magisterio, si conosce che n'ebbe
la vera intelligenza e gli fece con bellezza più che ordinaria; perciò che non

che alcuno artefice in questa parte lo vincesse, ma nell'età nostra ancora
non è chi l'abbia paragonato.

Fu allevato Donatello da fanciullezza in casa di Ruberto Martelli, e per le
buone qualità e per lo studio della virtù sua, non solo meritò d'essere
amato da lui, ma ancora da tutta quella nobile famiglia. Lavorò nella
gioventù sua molte cose delle quali, perché furono molte, non si tenne

gran conto. Ma quello che gli diede nome e lo fece, per quello che egli era,
conoscere, fu una Nunziata di pietra di macigno, che in Santa Croce di
Fiorenza fu posta all'altare e cappella de' Cavalcanti, alla quale fece un
ornato di componimento alla grottesca, con basamento vario et attorto e

finimento a quarto tondo, aggiugnendovi sei putti che reggono alcuni
festoni, i quali pare che per paura dell'altezza, tenendosi abbracciati l'un
l'altro, si assicurino. Ma sopra tutto grande ingegno et arte mostrò nella
figura della Vergine, la quale, impaurita dall'improvviso apparire

dell'Angelo, muove timidamente con dolcezza la persona a una onestissima
reverenza, con bellissima grazia rivolgendosi a chi la saluta. Di maniera
che se le scorge nel viso quella umilità e gratitudine, che del non aspettato
dono si deve a chi lo fa, e tanto più quanto il dono è maggiore. Dimostrò

oltra questo Donato ne' panni di essa Madonna e dell'Angelo, lo essere
bene rigirati e maestrevolmente piegati; e col cercare l'ignudo delle figure,
come e' tentava di scoprire la bellezza degl'antichi, stata nascosa già
cotanti anni. E mostrò tanta facilità et artifizio in questa opera, che

insomma più non si può, dal disegno e dal giudizio, dallo scarpello e dalla
pratica, disiderare. Nella chiesa medesima sotto il tramezzo, a lato della
   374   375   376   377   378   379   380   381   382   383   384