Page 382 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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muoversi dentro a quel sasso. E certo nelle figure moderne non s'è veduta
ancora tanta vivacità, né tanto spirito in marmo, quanto la natura e l'arte
operò con la mano di Donato in questa. E nel basamento che regge il
tabernacolo di quella, lavorò di marmo in basso rilievo, quando egli amazza
il serpente, ove è un cavallo molto stimato e molto lodato. Nel frontispizio
fece di basso rilievo mezzo un Dio Padre, e dirimpetto alla chiesa di detto
oratorio, lavorò di marmo e con l'ordine antico detto corinzio, fuori d'ogni
maniera todesca, il tabernacolo per la Mercatanzia per collocare in esso
due statue, le quali non volle fare perché non fu d'accordo del prezzo.
Queste figure, dopo la morte sua, fece di bronzo, come si dirà, Andrea del
Verrochio. Lavorò di marmo, nella facciata dinanzi del Campanile di S.
Maria del Fiore, quattro figure di braccia cinque, delle quali due, ritratte dal
naturale, sono nel mezzo, l'una è Francesco Soderini giovane, e l'altra
Giovanni di Barduccio Cherichini, oggi nominato il Zuccone. La quale per
essere tenuta cosa rarissima e bella quanto nessuna che facesse mai,
soleva Donato, quando voleva giurare, sì che si gli credesse, dire: "Alla fe'
ch'io porto al mio Zuccone", e mentre che lo lavorava, guardandolo tuttavia
gli diceva: "Favella, favella, che ti venga il cacasangue!". E da la parte di
verso la canonica, sopra la porta del campanile, fece uno Abraam che vuole
sacrificare Isaac, et un altro profeta, le quali figure furono poste in mezzo a
due altre statue. Fece per la Signoria di quella città un getto di metallo,
che fu locato in piazza in un arco della loggia loro, et è Giudit che ad
Oloferne taglia la testa, opera di grande eccellenza e magisterio, la quale,
a chi considera la semplicità del difuori, nell'abito e nello aspetto di Giudit,
manifestamente scuopre nel didentro l'animo grande di quella donna e lo
aiuto di Dio, sì come nell'aria di esso Oloferne, il vino et il sonno e la morte
nelle sue membra, che per avere perduti gli spiriti si dimostrano fredde e
cascanti. Questa fu da Donato talmente condotta, che il getto venne sottile
e bellissimo, et appresso fu rinetta tanto bene, che maraviglia grandisima
è a vederla. Similmente il basamento, ch'e un balaustro di granito con
semplice ordine, si dimostra ripieno di grazia et a gli occhi grato in aspetto.
E sì di questa opra si sodisfece, che volle, il che non aveva fatto nell'altre,
porvi il nome suo, come si vede in quelle parole: Donatelli opus. Trovasi di
bronzo, nel cortile del palazzo di detti signori, un David ignudo quanto il
vivo, ch'a Golia ha troncato la testa, et alzando un piede, sopra esso lo
posa, et ha nella destra una spada. La quale figura è tanto naturale nella
vivacità e nella morbidezza che impossibile pare agli artefici che ella non
sia formata sopra il vivo. Stava già questa statua nel cortile di casa Medici,
e per lo essilio di Cosimo in detto luogo fu portata. Oggi il duca Cosimo,
avendo fatto dove era questa statua una fonte, la fece levare, e si serba
per un altro cortile, che grandissimo disegna fare dalla parte di dietro del