Page 381 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 381





qual colonna, sopra cui è questa statua collocata, era già in San Giovanni,
dove sono l'altre di granito che sostengono l'ordine di dentro, e ne fu
levata, et in suo cambio postavi un'altra colonna accanalata, sopra la quale
stava già, nel mezzo di quel tempio, la statua di Marte che ne fu levata

quando i Fiorentini furono alla fede di Gesù Cristo convertiti. Fece il
medesimo, essendo ancor giovanetto, nella facciata di Santa Maria del
Fiore, un Daniello profeta di marmo, e dopo un San Giovanni Evangelista
che siede, di braccia quattro e con semplice abito vestito, il quale è molto

lodato. Nel medesimo luogo si vede in sul cantone, per la faccia ch'è rivolta
per andare nella via del Cocomero, un vecchio fra due colonne, più simile
alla maniera antica che altra cosa che di Donato si possa vedere,
conoscendosi nella testa di quello i pensieri che arrecano gl'anni a coloro

che sono consumati dal tempo e dalla fatica. Fece ancora, dentro la detta
chiesa, l'ornamento dell'organo che è sopra la porta della sagrestia
vecchia, con quelle figure abozzate, come si è detto, che a guardarle pare
veramente che siano vive e si muovino. Onde di costui si può dire che

tanto lavorasse col giudizio, quanto con le mani, atteso che molte cose si
lavorano e paiono belle nelle stanze dove son fatte, che poi cavate di quivi
e messe in un altro luogo et a un altro lume, o più alto, fanno varia veduta,
e riescono il contrario di quello che parevano; là dove Donato faceva le sue

figure, di maniera che nella stanza dove lavorava non apparivano la metà
di quello che elle riuscivano migliori ne' luoghi dove ell'erano poste.

Nella sagrestia nuova, pur di quella chiesa, fece il disegno di que' fanciulli
che tengono i festoni che girano intorno al fregio, e così il disegno delle
figure, che si feciono nel vetro dell'occhio che è sotto la cupola, cioè quello
dove è l'incoronazione di Nostra Donna, il quale disegno è tanto migliore di

quelli che sono negl'altri occhi, quanto manifestamente si vede. A San
Michele in Orto di detta città, lavorò di marmo, per l'Arte de' Beccai, la
statua del San Piero, che vi si vede figura savissima e mirabile; e per l'Arte
de' Linaiuoli il San Marco Evangelista, il quale avendo egli tolto a fare

insieme con Filippo Brunelleschi finì poi da sé, essendosi così Filippo
contentato. Questa figura fu da Donatello con tanto giudizio lavorata, che
essendo in terra non conosciuta la bontà sua da chi non aveva giudizio, fu
per non essere dai Consoli di quell'Arte lasciata porre in opera; per il che

disse Donato che gli lasciassero metterla su, che voleva mostrare,
lavorandovi attorno, che un'altra figura e non più quella ritornerebbe. E
così fatto, la turò per quindici giorni, senza altrimenti averla tocca, la
scoperse, riempiendo di maraviglia ognuno.

All'Arte de' Corazzai fece una figura di S. Giorgio armato, vivissima; nella

testa della quale si conosce la bellezza nella gioventù, l'animo et il valore
nelle armi, una vivacità fieramente terribile et un maraviglioso gesto di
   376   377   378   379   380   381   382   383   384   385   386